26/11/2009. BARI – MARCO MULLER, LEZIONE DI CINEMA ALL’ATENEO.
“Il cinema come bussola di cultura e spia del nostro tempo”
“Il cinema può essere la spia del nostro tempo, riuscendo anche ad espanderne i confini”, preziosa dichiarazione di Marco Muller, attuale direttore della Mostra del Cinema di Venezia, ospite venerdì 13 novembre all’Ateneo di Bari per una lezione sul ‘Fare festival’. Tenutosi nell’Aula I della facoltà di Lettere e Filosofia alla presenza della preside Grazia Distaso e del professor Stefano Bronzini, la lezione di Muller è stato il primo di tre incontri previsti sullo stesso argomento, in attesa dell’apertura del BIF&ST, festival sul cinema italiano e non solo, che si terrà a Bari dal 23 al 30 gennaio 2010. Direttore Felice Laudadio, anche lui presente alla lezione e protagonista del prossimo incontro previsto per il 10 dicembre. Già direttore del festival di Locarno e di quello di Rotterdam, Marco Muller spiega agli appassionati di cinema presenti (studenti e semplici curiosi) le gioie e i dolori del ‘fabbricare festival’. “Il ruolo di un festival deve essere quello di prolungare la vita di un film anche oltre l’evento mediatico, per insegnare a nuotare controcorrente”. Diritto e dovere del festival è quello di presentare al pubblico prodotti che altrimenti non vedrebbero la luce in sala, e al contempo incentivare il loro percorso nei meandri della distribuzione nazionale. “E’ difficile scommettere su qualcosa di originale, che non ha elementi in comune con altri prodotti”, questo è il motivo essenziale del perenne dejà-vu a cui si assiste nelle programmazioni, una paura di investire nella novità che provoca un arenamento nel panorama del cinema contemporaneo. “I festival non devono limitarsi ad essere un surrogato che supplisca, per un ristretto periodo di tempo, alla carenza del circuito di distribuzione”. Se il cinema è evasione, incontro di culture, contatto con una realtà diversa dalla nostra, il festival diviene l’apice di questo processo: non solo piattaforma mediatica e strumento di informazione, ma spazio condiviso per rafforzare la conoscenza e il rispetto per l’altro, nella più ampia accezione possibile.
Ida Vinella
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