Domenica 29 novembre è giunta al termine l’esposizione di artisti contemporanei ospitata dalla galleria del teatro Curci, secondo momento della V edizione della Biennale di arte contemporanea che chiude il suo cammino dopo la tappa al castello svevo di Trani nel luglio scorso.
Organizzata dalla fondazione Giuseppe De Nittis, la mostra si avvale della direzione artistica di Paolo Levi. “L’arte moderna e contemporanea è portatrice di soluzioni estetiche, di sperimentazione di nuovi materiali, di accostamenti cromatici curiosi, che farebbero inorridire i padri dell’arte antica, ma rappresenta il nostro tempo, dove la poesia si coniuga alla tragedia, la leggerezza al grottesco” scrive il professor Levi nel descrivere il contenuto della Biennale. Contenuto che oscilla tra il realismo fotografico di artisti come Tiziana Muolo (titolo dell’opera ‘Amore’) all’astrattismo rievocante Fontana di Corrado Tamburini, fino agli onirici mosaici in perle di Siberiana Di Cocco. Si tratta di una cammino plurale all’insegna della contaminazione fra i generi, nel tentativo di rappresentare i tormenti più intimi – perfettamente incarnati dalle opere di Federica Lisi e Mennato Tedesco - o di dare una forma, o una non forma, al contemporaneo – esemplari le opere ‘World Wide Web’ di Stefania Romano e ‘Skyline opt’ di Antonella Avataneo. Se il giornalismo si trasformasse davvero in quella sorta di coperta claustrofobica che avvolge l’uomo in ‘Deat beat’ di Vincenzo Mascoli, oppresso e lasciato spoglio da quell’ombra, o se davvero potessero emergere rose rosse dal rifiuti quotidiani di ‘Contatto’, splendida opera di Caterina Tosoni, che con un verde militaresco trasforma la sua idea in metafora della guerra, come contatto sfiorato di opposte fazioni.
Parte della magia dell’arte contemporanea sta nella sua interpretazione, lasciata alla lettura personale del singolo osservatore: le opere infatti sono esposte senza titoli, per consentire un’ultima immersione nell’arte, svincolata da ogni confine predisposto. Un viaggio individuale attraverso lo sguardo altro dell’artista, un tripudio di visioni che la crème de la crème del palcoscenico artistico italiano ci offre per farlo diventare nostro. Ancora una volta ars vincit omnia.
>>>Ida Vinella
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