Otto anni fa moriva don Luigi Filannino, «il cristiano con la Bibbia, il Rosario ed il giornale», come lo hanno i suoi giovani nell’ultimo numero de “
La Stadera”, il mensile della parrocchia del Santissimo Crocifisso, da lui fondata, riprendendo una celebre frase di Giovanni XXIII.
Nella santa messa di suffragio celebrata con la chiesa gremita, il Vicario episcopale don Filippo Salvo ne ha ricordato con commosse parole l’esempio e l’insegnamento pastrorale come dono all’intera comunità.
«Don Luigi Filannino - sottolinea Nino Vinella, comitato italiano pro Canne della Battaglia - per sonalità di spicco nel movimento cittadino: giovane sacerdote in una borgata di Roma, docente di storia e filosofia nel liceo classico Casardi, grande comunicatore con le persone e con la gente, artefice della costruzione della nuova chiesa del Crocifisso. Ma don Luigi aveva nel cuore e nella sua intelligenza la grande idea, quella della Provincia: entra a far parte del Comitato civico per Barletta Provincia, per l'istituzione della quale si batte strenuamente, in qualità di promotore e socio fondatore, organizzando riunioni e dibattiti e contattando tutti i maggiori uomini politici, sia locali che nazionali».
E poi: «In quest’anno storico, che ha visto l’insediamento del primo consiglio provinciale con le prime elezioni, occorre onestamente affermare che questa realtà si deve all'impegno di don Luigi e di altri che come lui hanno mantenuto la ferrea volontà di inseguire quella che molti ritenevano essere una chimera e che, invece, si è rivelata una splendida realtà. Agli scettici della Provincia egli usava rispondere con un motto latino: "Nihil difficile volenti!" (nulla è difficile se davvero lo vuoi!). Ed è proprio in questa frase che possono riassumersi tutte le qualitè umani e spirituali di quest'uomo: persona semplice e docile, ma nello stesso tempo tenace e volitivo».
Conclusione: «Nel 1994, chiamato da Carlo Ettore Borgia, entra a far parte del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia, con la carica di vice-presidente, nonchè di assistente spirituale ed esperto di storia antica, facendo apporre nel logo del comitato proprio il motto latino sopra citato. Il suo contributo, in tal senso, fu del tipo sia storico-culturale che di natura religiosa, ed in particolare legato alla figura di S. Ruggiero Vescovo, Santo Patrono della città di Barletta. Egli si inseriva, così, nella lunga tradizione di studi religiosi che in precedenza hanno visto impegnati illustri sacerdoti di Barletta, come mons. Giuseppe Damato, mons. Franco Damato e mons. Salvatore Santeramo. La sua feconda vita terrena si concludeva improvvisamente il 28 novembre 2001, appena terminato di celebrare l'ultima messa».
L’articolo pubblicato su La Gazzetta del Nord Barese martedì 1° dicembre 2009