«Dal disagio indiscutibile, alla presa di coscienza necessaria, usando gli strumenti della scienza». In questo potrebbe trovare sintesi la tematica legata alla soprapopolazione del cinghiale nel territorio murgiano ed in particolare nell’area protetta del Parco nazionale. Ed invece si è scatenata una sorta di psicosi che ha portato addirittura alcune città a deliberare lo sterminio del cinghiale al fine di decretarne la sua scomparsa definitiva dal territorio. Da circa una decina di anni, il ritorno del cinghiale nel Parco nazionale dell’Alta Murgia è diventato soprattutto oggetto di polemica e di cronaca. Vuoi per i danni arrecati alle colture, vuoi anche per alcuni incidenti stradali dovuti all’investimento di questi animali. Il cinghiale però è risorsa, sia perché aumenta le specie faunistiche presenti nell’area protetta, sia perché in ragione di questo si è addirittura avuta la possibilità di avvistare nuovamente, dopo anni, il lupo su questo tratto di paese. Una ricchezza se si considera che un tempo il lupo era presente sulla Murgia in forma “stanziale”. Lo dimostrano le tante masserie fortificate caratterizzate nelle loro mura di cinta proprio dalle barriere antilupo. Un Parco rurale, quale è quello dell’Alta Murgia non può quindi che ritenersi soddisfatto di quel che accade in ragione della crescita delle sue peculiarità. Così come ha però il dovere, e vediamo come l’Ente ha affrontato la questione, di garantire il più possibile il mantenimento dell’eco sistema del territorio. Il progetto “studio a breve termine della popolazione di cinghiale nel Parco nazionale dell’Alta Murgia, mira in modo scientifico a smorzare le polemiche ed avviare una più stretta collaborazione con i Comuni che ricadono nell’area protetta.
«Il piano di lavoro, - sintetizza per la “Gazzetta” il direttore del Parco, Fabio Modesti, - ha avuto inizio in data 10 settembre 2009 e avrà fine così il 10 gennaio 2010. Obiettivo: il mantenimento di una presenza delle popolazioni di cinghiale compatibile con le esigenze di salvaguardia delle colture agricole, dell' ambiente e della fauna. Il metodo adottato include una sezione di studio bibliografico, cartografico dell'Ente Parco e una sezione di studio sul campo».
Otto le squadre che stanno procedendo alla realizzazione di due transetti ciascuna da dover percorrere minimo due volte nelle ore notturne. Il quadro reale della situazione del cinghiale sulla Murgia dovrebbe essere imminente, tanto dovrebbe bastare per tenere silenziose, anche al di fuori dell’area protetta le doppiette.
COSIMO FORINA
La Gazzetta del Nord Barese martedì 1° dicembre 2009