Da diversi anni, Trinitapoli mostra, orgogliosa, attraverso il Parco Archeologico e il Museo civico, un passato insospettabile e straordinario che proviene dal sottosuolo, ricco di ipogei ancora misteriosi. Frutto di oltre 20 anni di scavo quasi ininterrotto.
Quanto venuto alla luce - dicono alla Soprintendenza archeologica della Puglia - è solo una parte infinitesimale. C’è ancora un mare di tesori ancora sommersi.
Una realtà che viene descritta in un libro di Mario Tozzi dal titolo “Italia segreta. Viaggio nel sottosuolo da Torino a Paler mo”, che l’autore presenterà a Trinitapoli, oggi, alle ore 18, all’auditorium, ad iniziativa del Comune di Trinitapoli - assessorato alla Cultura.
Quello di Mario Tozzi (dalle radici manfredoniane e margheritane), geologo del Cnr di Roma, scrittore, documentarista e conduttore su Raitre di trasmissioni quali: “Gaia. Il pianeta che vive” e “Terzo pianeta”, nonché consulente di “Che tempo che fa”, condotto da Fabio Fazio, è un itinerario millenario tra preistoria e storia, dal neolitico agli etruschi, dai romani agli arabi per arrivare fino ai bombardamenti della seconda guerra mondiale e alla vita allucinata nei rifugi antiaerei.
L’autore passa dalle profondità occulte di Torino e Bologna, che ha addirittura una rete di canali nascosti, dalle fondamenta di Roma alle viscere del Vesuvio, dai cunicoli arabi per l'acqua di Palermo all'universo sommerso degli etruschi, passando per quella città unica - Matera - in cui la gente ha abitato per centinaia di secoli allo stesso tempo in superficie e sottoterra.
Non da ultimo, questa parte del Tavoliere, compresa tra le Saline e l’Ofanto, che tanto ha da raccontare ancora. Insomma, un saggio fra archeologia, cronaca e misteri mai risolti per conoscere ciò che abbiamo sotto i piedi, e provare sani brividi lungo la schiena; e anche una riflessione sui rischi e le opportunità ambientali legati a una realtà spesso trascurata solo perché lontana dai nostri occhi.
Il “viaggio” di Tozzi ci mostra un mondo incredibilmente vicino a noi, ma che continuiamo a ignorare e su cui abbiamo costruito il nostro.

Gaetano Samele