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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

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20/01/2010.  ARCHEOLOGIA - INDAGATI ANCHE NELLA SESTA PROVINCIA PER IL TRAFFICO ILLECITO DI REPERTI.

BARI - Un'associazione criminale dedita al traffico internazionale di reperti archeologici è stata smantellata, dai carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Sono 13 i provvedimenti cautelari che i carabinieri stanno notificando su disposizione della magistratura barese: nove agli arresti domiciliari e quattro che impongono l’obbligo di dimora.

Nell’indagine – che ha già portato al recupero di 1248 beni per un valore totale stimato in 4 milioni e 350 mila euro – sono indagate complessivamente 40 persone.

Negli anni scorsi, reperti archeologici apuli e lucani, provenienti da scavi compiuti nelle province di Bari e Matera, ed illecitamente esportati in Francia e in Spagna, furono recuperati dai carabinieri. A Parigi i reperti erano stati esposti in importanti gallerie d’arte, comprese alcune a Parigi, sulla Senna.

ORE 10.37 - TRAFFICO INTERNAZIONALE,4 GRUPPI ORGANIZZATI
Erano organizzate in quattro "unità operative" collegate tra loro, secondo gli investigatori, le 40 persone indagate nell’inchiesta su un traffico internazionale di reperti archeologici che stamani ha portato all’esecuzione di 13 provvedimenti cautelari, nove agli arresti domiciliari e quattro che impongono l’obbligo di dimora. Tre "unità operative" avevano base a Poggiorsini e a Gravina in Puglia, in provincia di Bari, e a Spinazzola (Barletta Andria Trani), mentre una quarta "unità operativa" viene definita "internazionale" perchè comprende i terminali della ricettazione e del riciclaggio di reperti che operavano in Francia, utilizzando anche note gallerie d’arte.

Tutti gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla ricerca abusiva con metal detector e geo-radar, a scavi non autorizzati eseguiti in aree archeologiche vincolate, alla ricettazione e commercializzazione internazionale di beni archeologici, alla pulizia e al restauro degli stessi cancellando le tracce di scavo clandestino e all’esportazione dei reperti in Paesi europei. Sette sino ad ora, su nove, i provvedimenti cautelari agli arresti domiciliati eseguiti dai carabinieri. Due, essendo mandati di cattura europei, devono essere eseguiti dall’Interpol all’estero.

Fonte. La Gazzetta del Mezzogiorno on the web








 

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