14/01/2010. TRINITAPOLI - "L'AMANTE ITALIANA DI ANNIBALE, IRIDE LA SALAPINA": PRESENTATO IL LIBRO DI FERRUCCIO GEMMELLARO..
L’amore di Annibale in Capitanata una storia... d’altri tempi: un omaggio alla Daunia nel libro del marchigiano Ferruccio Gemellaro
La storia dell’amore tra la salapina Iride e il cartaginese Annibale, è stata “romanzata” da Ferruccio Gemmellaro, in un libro dal titolo “L’amante italiana di Annibale”, per i tipi della Helicon di Arezzo e con la prefazione dello storico Neuro Bonifazi.
Il libro è stato presentato in prima assoluta presso la Biblioteca comunale di Trinitapoli, su invito del Comune – assessorato alla cultura.
Il volume, introdotto da Pietro di Biase, è anche un omaggio alla Daunia, terra in cui l’autore, nativo di Jesi (la stessa città che ha dato i natali a Federico II) ha vissuto sin da bambino. E precisamente, a Manfredonia (altra casualità) dove ha incontrato sua moglie.
Le prime immagini del racconto sono quelle di Iride che dal giardino pensile della sua Elpia (odierna Trinitapoli) osserva il Gargano e le varie tonalità di verde che li separa (boschi, uliveti e fichi d’India), oltre all’azzurro del mare.
I luoghi rappresentati nel libro spaziano dal Fortore all’Ofanto e interessano anche Argiryppa (Foggia), Aece (Troia) Luceria, Geronium, Sipius (Siponto), Canusium, la laguna di Salpi, Canne della Battaglia e la basilica di San Michele che raffigura come un tempio pagano dedicato a Giano.
L’avventura di Iride parte da un sogno, nel quale visita la spelonca del Pilunno, sul Gargano, dove incontra un uomo che poi, nella realtà, riconoscerà in Annibale.
Inoltre, descrive, insieme agli effluvi primaverili della vegetazione spontanea e del sottobosco, costumi, tradizioni e alimenti dei protagonisti di quel tempo, soffermandosi sui prodotti della fertile terra: olio, ortaggi selvatici, sale e il vino, “greco” e rosso di troia).
In questa ambientazione, racconta una delle più belle storie d’amore, che finisce tragicamente: lei lapidata e lui suicida.
Nel libro l’autore riscatta Iride, definita dagli storici latini “prostituta” (la storia la crivono quasi sempre i vincitori) esaltandone i nobili sentimenti.
Gemmellaro racconta che l’ispirazione è venuta dalla lettura di un articolo della Gazzetta di Capitanata, che riportava la scoperta di uno dei tanti Ipogei a Trinitapoli.
Il giornalista Nino Vinella infine, ha sollecitato una maggiore valorizzazione del Punico innamorato di questa terra, dove ha soggiornato per oltre 12 anni.
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