Oggi alle ore 18.00 presso il Museo Nazionale Archeologico di Altamura viene presentata la mostra dal titolo “Preistoria del cibo. Alle origini del pane”.
Rappresenta una versione locale della iniziativa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il 2005 “Cibi e sapori nell’Italia antica”.
Oggi inaugura il soprintendente per la Puglia, Giuseppe Andreassi, alla presenza del sindaco Mario Stacca, dell'assessore alla cultura Biagio Clemente, del presidente della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Raffaele D'Ecclesiis.
L’iniziativa, che segue quelle degli anni 2003 e 2004 intitolate “Sport nell’Italia antica” e “Moda, Costume e Bellezza nell’Italia antica”, offre l’occasione di ripercorrere la storia lunga e variegata dell’alimentazione del territorio peninsulare in una vastissima prospettiva cronologica e geografica.
Il tema della mostra di Altamura è di grande fascino, considerato che l’alimento in epoca preistorica era uno degli scopi principali della vita dell’uomo e che labili tracce di cibo provengono dal passato. La ricostruzione parte dal Neolitico (8.000 anni fa circa), periodo nel quale l’uomo ha imparato a nutrirsi con il cibo prodotto da se stesso e non raccolto dalla Natura ed ha conquistato le “tecniche” che hanno permesso di nutrire la quasi totalità della popolazione mondiale e che ancora oggi svolgono questo ruolo. Un particolare riferimento va ai cereali e al pane, prodotto in cui confluiscono numerosi saperi legati alla coltivazione della terra.
La mostra è stata realizzata nel Museo di Altamura, anche prendendo spunto dal recente riconoscimento al pane di Altamura della Denominazione di Origine Protetta (Dop), proprio perché l’uomo della Murgia, agricoltore e pastore fin da allora, ha forse, più che in altri luoghi, conservato e tramandato per generazioni fino ad oggi i segreti per ricavare da una terra arida e povera i grani migliori e il pane più buono. Il pane, vero premio per la fatica umana, unisce quei primi agricoltori neolitici alla realtà contadina che ancora oggi si vive in questo territorio.
L’esposizione è stata curata dalle archeologhe Angela Cinquepalmi, Francesca Radina, Anna Maria Tunzi, Donata Venturo e dagli operatori della Soprintendenza insieme a Salvatore D’Onofrio (Università di Palermo), Isabella Caneva e Girolamo Fiorentino (Università di Lecce), Ferdinando Mirizzi (Università di Potenza), Fulvio Bartoli (Università di Pisa), Vito Scattarella, Sandro Sublimi, Patrizia Emanuel (Università di Bari) e Maria Clara Martinelli, funzionaria della Soprintendenza Beni Culturali di Messina, ciascuno per le sue parti di appartenenza.
La mostra è permanente e sarà aperta da domani con orario feriale dalle 8,30 alle 19,30 e festivo dalle ore 8,30 alle ore 13,30. Sono disponibili visite guidate su prenotazione.
ALTAMURA - Pane come un'opera d'arteUna mostra permanente nel museo archeologico
Tutta l'evoluzione storica dal Neolitico (8mila anni fa) ai tempi nostriAi primordi del pane. Si è aperta al Museo archeologico statale di Altamura un'interessante mostra dedicata alla «Preistoria del cibo. Alle origini del pane» che traccia la nascita nel Neolitico (8 mila anni fa) di una agricoltura stanziale che si è trasformata pian piano in trasformazione e produzione di cibo. La mostra permanente è stata inaugurata in un'affollata cerimonia dal soprintendente della Puglia, Giuseppe Andreassi, dalla direttrice del Museo, Donata Venturo, dal sindaco Mario Stacca, dall'assessore alla cultura Biagio Clemente e dal presidente della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Raffaele D'Ecclesiis. Il tema della mostra di Altamura è di grande fascino e lo è a maggior ragione nella città del pane Dop (denominazione di origine protetta). Attraverso pannelli esplicativi e reperti archeologici ripercorre il passaggio dall'età paleolitica, caratterizzata dal nomadismo dell'uomo e da un'alimentazione basata solo su caccia e raccolta di cibi spontanei, al Neolitico, quando s'insediano primitive agglomerazioni (villaggi), quando inizia a svilupparsi l'agricoltura e con essa la manipolazione e la trasformazione delle materie prime. È in questa fase che l'uomo inizia a trasformare i cereali (grano, farro, orzo) con la macinatura manuale. Poi, con rudimentali forni, ottiene un pane primordiale a forma schiacciata. In tre teche sono inoltre esposti frammenti di asce, utilizzate in agricoltura, antiche olle e vasi usati come recipienti e reperti di cibo tra cui frammenti di pane non lievitato provenienti da Mersin (Turchia) o chicchi di orzo. Ricostruiti inoltre un antico silos per i cereali ed un forno domestico. L'esposizione è stata curata dalle archeologhe Angela Cinquepalmi, Francesca Radina, Anna Maria Tunzi, Donata Venturo. Contributi di Salvatore D'Onofrio (Università di Palermo), Isabella Caneva e Girolamo Fiorentino (Università di Lecce), Ferdinando Mirizzi (Università Basilicata), Fulvio Bartoli (Università di Pisa), Vito Scattarella, Sandro Sublimi, Patrizia Emanuel (Università di Bari) e Maria Clara Martinelli (Soprintendenza Beni Culturali di Messina).
Onofrio BrunoFonte: La Gazzetta di Bari 29/11/2005