08/03/2010. E' A BARI IL TRENO CON LA MOSTRA SUI MIGRANTI (FINO ALL'11 MARZO).
«Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà», diceva Maupassant. E certi viaggi, in effetti, sembrano irreali, ma non per la loro bellezza, quanto invece per il loro essere drammatici: provate a guardare le immagini dei migranti, quelli di ieri che salivano sui treni lerci e puzzolenti e quelli di oggi, i tanti immigrati sulle carrette della speranza. Che cosa c’è di reale in una massa umana che fugge perdendo la dignità?
Sono queste le domande che vengono in mente salendo a bordo del treno che da ieri mattina è a Bari, nella stazione centrale, binario Ovest. Ospita la mostra multime diale «Migranti», partita da Lecce il 19 febbraio e che si concluderà a Torino.
Un vagone dopo l’altro, si è immersi nelle storie, nelle voci e nei volti dei tantissimi migranti della nostra umanità.
Oltre 300 sono le testimonianze fotografiche provenienti da musei, archivi storici, affiancate da opere di grandi fotografi. E non do solo immagini si tratta. La documentazione è arricchita da una ricerca video condotta in collaborazione con Teche Rai e Istituto Luce in cui si ricostruiscono eventi e suoni. Ci sono anche le voci narranti degli attori pugliesi Michele Placido, Sergio Rubini, Ma rio Perrotta e Cosimo Cinieri, che accompagnano il percorso dei visitatori.
Si parte dal primo Novecento. Ed ecco l’Italia povera dei ciabattini, la Puglia dei contadini tra i trulli, che cercano salvezza sognando l’America. Ecco i fagotti, le donne stipate nelle navi ancora con i fazzoletti in testa e i gonnelloni; l’arrivo a «Nuova York», l'immagine di Uliano Lucas di un uomo con valigia chiusa con lo spago davanti al Pirellone di Milano (1968); ci sono ritagli dei giornali (dalla «Domenica del Corriere» a tanti altri) che ricostruiscono le sofferenze di quei viaggi e di quei tempi. Ma c’è anche l’emigrato arrivato a Marcinelle, in Belgio e morto nella terribile tragedia della miniera. Ci sono gli operai andati in Svizzera e in Germania, le cui storie sembrano intrecciarsi paradossalmente con quelle degli albanesi arrivati qui in Italia e ora coinvolti nei tanti licenziamenti della crisi economica.
Sul treno della mostra «Migranti» ci sono anche loro, gli albanesi e gli africani che hanno invece l’Italia come sogno. E qui le immagini del 1991 dello sbarco albanese a Bari sono il simbolo dell’inizio di un’era, ancora in corso. E emoziona il forte valore simbolico della collaborazione alla mostra da parte degli autori albanesi Adrian Paci, Alfred Mirashi, Parlind Prelashi, Artan Shabani, giunti in Italia con le carrette del mare negli anni Novanta e oggi artisti di livello.
Ieri all’inaugurazione della mostra sono intervenuti Pietro Pepe, presidente del Consiglio regionale; l’assessore regionale all’Ecologia, Onofrio Introna; Vito Antonio Leuzzi, presidente Ipsaic; Domenico Rodolfo, vice presidente dei «Pugliesi nel mondo».
La mostra è aperta ogni giorno dalle 9 alle 18, fino all’11 marzo, ingresso libero.
ENRICA SIMONETTI Fonte. La Gazzetta del Mezzogiorno sabato 6 marzo 2010
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