23/04/2010. OFANTO - CONTRO IL RISCHIO INONDAZIONE SULLA RIVA SINISTRA, TRA CANOSA E LA FOCE VERSO MARGHERITA DI SAVOIA, PRESENTATO UN PROGETTO DELL'AUTORITA' DI BACINO.
Foce dell'Ofanto, studio contro il pericolo di inondazione
Il tavolo tecnico si é riunito presso Tecnopolis, a Valenzano, per illustrare i risultati dello studio idrologico ed idraulico realizzato dalla Segreteria Tecnica Operativa dell'Autorità di Bacino della Puglia.
Lo scopo delle ricerche è finalizzato alla individuazione delle aree a diversa pericolosità di inondazione del tratto finale del fiume Ofanto e dei conseguenti provvedimenti di mitigazione del rischio.
Lo studio è propedeutico alla variazione dei vincoli di pericolosità idraulica presenti nel Piano per l'Assetto Idrogeologico (PAI) attualmente in vigore e riguarda l'area compresa tra il ponte romano nelle campagne di Canosa di Puglia e la foce del fiume: costo venti milioni di euro da reperire al più presto possibile.
A Valenzano erano presenti l'assessore regionale alle Opere Pubbliche, Fabiano Amati e i sindaci dei Comuni interessati dallo studio, ovvero Barletta, Canosa di Puglia, Cerignola, Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli, oltre a rappresentanti dell'Autorità di Bacino Puglia e dell'assessorato regionale alle Opere Pubbliche.
GLI ALTRI COMMENTI
Il rischio c'è, pertanto l'Assessorato ai lavori Pubblici della Regione Puglia, stanzia 20 milioni di euro per per rimettere mano al Piano per l'Assetto Idrogeologico della zona del fiume Ofanto nella zona di Margherita di Savoia. La zona presenta rischi di allagamento con tempi di ritorno di 30 anni su un territorio di circa 25 chilometri quadrati che comprende anche la zona abitata; alla luce di questo, l’Autorità di Bacino (AdB) della Puglia ha individuato interventi di mitigazione del rischio per un investimento complessivo di 20 milioni di euro. E'quanto emerso dallo studio idrologico e idraulico eseguito dall’Adb della Puglia finalizzato alla individuazione delle aree a diversa pericolosità di inondazione del tratto terminale del fiume Ofanto e dei conseguenti provvedimenti di mitigazione del rischio che è stato illustrato oggi ai Sindaci di tutti i comuni coinvolti dall’assessore regionale alle Opere Pubbliche e Presidente dell’AdB della Puglia, Fabiano Amati ,e dal Segretario Generale dell’AdB ,Antonio di Santo.
Lo studio è propedeutico alla variazione dei vincoli di pericolosità idraulica presenti nel Piano per l’Assetto Idrogeologico (PAI) attualmente vigente e riguarda l’area compresa tra il ponte romano, sito in agro di Canosa di Puglia, e la foce, comprendendo i comuni di Barletta, Canosa, Cerignola, Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli.
In particolare, è emerso che il territorio in “destra idraulica”, ovvero quello che riguarda i comuni di Barletta e Canosa di Puglia, si trova in una condizione di relativa sicurezza non presentando rischio di inondazione nei centri urbani, mentre in quello di Mergherita di Savoia, che comprende anche i Comuni di Cerignola, San Ferdinando e Trinitapoli, le esondazioni già a partire dal Comune di San Ferdinando di Puglia propagano verso il mare, inondando vaste aree agricole ed urbane, nonché importanti infrastrutture di trasporto e insediamenti produttivi e commerciali.
In base ai risultati ottenuti, la Segreteria Tecnica Operativa dell’AdB della Puglia ha stabilito la possibilità di ottenere un graduale annullamento delle inondazioni attraverso la realizzazione di interventi di miglioramento del deflusso idrico, di manutenzione straordinaria degli argini esistenti e di realizzazione di nuovi argini.
“Da questo momento – ha detto Amati - proponiamo un percorso di condivisione con i Comuni interessati dallo studio dell’Autorità di Bacino, i quali dovranno, entro il termine di 30 giorni, determinare il proprio punto di vista. Di lì, avvieremo tutte le procedure utili ad ottenere i finanziamenti necessari per intervenire sulla mitigazione del rischio, cercando eventualmente di attingere anche a risorse comunitarie e nazionali. Siamo coscienti del fatto che un nostro atto amministrativo potrebbe innescare un inevitabile contrasto tra diritti edificatori e piani sovraordinati, ma la teorica sofferenza inflitta ad alcuni diritti pone i presupposti per poter poi affermare quegli stessi diritti provvisoriamente negati proprio in virtù della realizzazione delle opere. Facendo una riflessione di alta amministrazione – ha concluso - credo che questo studio sia la modalità più straordinaria per prendersi cura della terra nei tempi giusti, senza aspettare l’arrivo di una tragedia; in un momento in cui la pubblica amministrazione è solita intervenire solo di fronte alle emergenze, l’attività dell’Autorità di Bacino rappresenta il destarsi in tempo di pace”.
NELLE IMMAGINI
L'Ofanto visto dal cielo
La planimetria del percorso
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