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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

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14/05/2010.  SPINAZZOLA - VENERDI' 11 GIUGNO UNA MOSTRA DEL CENTRO STUDI "ALDO MORO" IN FAVORE DEI DETENUTI.

Venerdì 11 giugno 2010 ore 11,00 presso l’Istituto Penitenziario di Spinazzola sarà allestita una “mostra” di manufatti in cuoio realizzati dai detenuti della struttura di pena, con elementi naturali del territorio murgiano utilizzando la tecnica della tinteggiatura a tampone delle pelli.

Carceri è possibile che diventino un luogo di ripresa?
Basta passare qualche ora in un corridoio del carcere per rendersi conto che non tutte le persone detenute possono farci sperare per un loro, e nostro, futuro migliore.

Come nella vita da “liberi”, così nella vita “detenuta” c’è chi sarà meno propenso al cambiamento, meno propenso a migliorare la sua vita.

Veniamo a noi. La statistica: una percentuale molto bassa dei detenuti che lavora in carcere torna a delinquere, dall'1 al 5%. Gli altri no. Gli altri imparano un lavoro in carcere, e potendo lavorare da liberi, non
scelgono il crimine, ma il lavoro.

Dopo la pena, cambiano vita. Un doppio risultato su cui riflettere seriamente. Per noi cittadini liberi, significa maggiore sicurezza. Una pena utile. Una pena sensata. Una pena che dà al condannato una possibilità di scelta. È una pena che ci garantisce meno delinquenza per le strade e più sicurezza nelle case. Ovvero quello che, in effetti, tutti vogliamo.

Nell’Istituto Penitenziario di Spinazzola molteplici sono le iniziative di volontariato, finalizzate alla gestione di corsi di cucina con la produzione di dolci e salati realizzati dagli stessi detenuti, ai corsi di fotografia fino ad arrivare alla creazione di manufatti in cuoio, tutte attività che possano offrire alla popolazione detenuta la preparazione necessaria per facilitare il loro reinserimento nella società e nel mondo del lavoro.

In Italia carceri come quello di Spinazzola, dove il detenuto sconta la pena anche lavorando, sono dette “sperimentali”. Ed in effetti sono una rarità. Danno ottimi risultati.

Il detenuto raramente torna a delinquere finita la pena. Per lo Stato queste carceri sono fonte di risparmio. Ma restano strutture sperimentali. Come dire: da noi ciò che funziona resta un esperimento, ciò che non funziona resta tale.

Questo vale per il carcere, come per il resto.
È evidente che serve una nuova politica. Una politica che guardi al risultato, alla realtà. Nelle carceri, come nella nostra vita, non abbiamo bisogno di slogan, di propaganda, ma di soluzioni.

Di alternative di buon senso. Nelle carceri, come nella nostra vita, abbiamo bisogno di una politica che riaffermi la priorità dell’individuo, sia esso detenuto, pensionato, malato o disoccupato. Nulla di difficile. Nulla di più lontano.




A cura di: Ufficio Stampa






 

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