La lettera del Vescovo per il NataleG.P. padre di quattro figli, piccolo imprenditore di Barletta nel settore calzaturiero, si è tolto la vita, lunedì 5 dicembre alle ore 22 circa.
Un gesto di disperazione che ci deve far riflettere.
Non sono certo le cause che possono giustificare un suicidio, ma esse certamente vanno considerate e rimosse non solo da chi le subisce, ma anche da chi le provoca.
È risaputo il gravissimo disagio che è nel settore del lavoro, in particolare delle piccole aziende che insistono sul nostro territorio: il calzaturificio, le confezioni, il marmo, ecc.
Questo problema sociale deve essere affrontato, e non rimosso, da chi ne ha il dovere e il potere.
A livello sociale allargato nessuno può rimanere indifferente dinanzi ai drammi di chi vive nella disoccupazione, nella mortificazione della perdita del lavoro, nell'estrema povertà, in ogni disagio grave fisico o psichico.
La ricorrenza del Natale mobilita senz'altro tutti i cristiani a farsi carico delle sofferenze gli uni degli altri e di ogni uomo e donna della terra per essere in piena sintonia di mente e di cuore con Gesù Bambino, Dio che si è fatto come noi, caricandosi ogni nostro dolore e donandoci la sua vita divina. Ma sia anche di forte richiamo ad ogni coscienza che, pur dichiarandosi laica, non può e non deve estraniarsi da quei valori che la toccano su dimensione universale: la giustizia, la solidarietà, l'umanizzazione dei rapporti. Al disopra delle cose c'è sempre l'uomo e non si deve mai, pertanto, metterlo in situazione di disperazione.
Sull'egoismo e la sopraffazione, prevalga in tutti l'altruismo e l'amore, verso tutti.
Le istituzioni sociali, come la Chiesa, si sentano fortemente interpellate, avvertano nelle profondità della coscienza il grido lancinante dei poveri e si adoperino a dare segni concreti di speranza, che è il respiro della vita.
Trani, 7 Dicembre 2005
Giovan Battista Pichierri
Arcivescovo
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Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie e Nazareth-
http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/vis_diocesi.jsp?idDiocesi=205 BARLETTA - IMPRENDITORE SUICIDA: TROPPI DEBITIEstremo gesto di un 46enne, sposato e padre di quattro figli. Ormai da qualche tempo era piombato in una pesante crisi depressiva
Il titolare di una azienda calzaturiera, chiusa da 4 mesi, non regge alla disperazione Un solo colpo di pistola. Sparato alla testa, con l'intenzione di togliersi la vita. Sullo sfondo, forse, le preoccupazioni legate ai debiti. Sono i termini del dramma che si è consumato lunedì sera e del quale è rimasto vittima G.P., 46 anni, un piccolo imprenditore di Barletta nel settore calzaturiero. Strangolato dai debiti e, per questo caduto in una profonda crisi depressiva, si è tolto la vita senza pensarci due volte. Ha impugnato la sua pistola semiautomatica (legalmente detenuta) ed ha fatto fuoco. È accaduto nell'ufficio della sua azienda, nella zona industriale di Barletta. Quello stesso opificio che, da qualche mese, aveva smesso la produzione di calzature anche a causa della implacabile concorrenza cinese. «Si trovava in uno stato di tensione fortissima», dicono alcuni che lo conoscevano. Una lavoratore onesto, una persona estremamente equilibrata. Sposato e padre di quattro figli, G.P. si era tenuto dentro questo stato d'animo che l'ha portato a maturare inaspettatamente una soluzione estrema. I debiti contratti, probabilmente, erano diventati tanti e tali da non lasciargli più alcun respiro. A trovare il corpo, oramai inerme, dell'imprenditore barlettano, è stato il genero, l'altra sera intorno alle 22. La sua pistola, ancora calda, era vicino al corpo. Immediato l'avvio delle indagini da parte dei poliziotti del commissariato che, grazie alle testimonianze raccolte tra congiunti ed amici, ritengono di aver delineato lo scenario nel quale sarebbe maturata la scelta di spezzare per sempre il legame con una situazione che evidentemente era considerata insostenibile. L'ipotesi più accreditata allo stato parla di un gesto che sarebbe da mettere in relazione ai problemi economici, ai debiti che, a quanto pare, sarebbero stati contratti con le banche. Un elemento quest'ultimo che potrà essere confermato solo quando sarà possibile esaminare la documentazione degli istituti di credito con i quali l'imprenditore aveva rapporti di lavoro.
Gianpaolo Balsamo
Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 07/12/2005