31/05/2010. BARLETTA - DOMENICA 6 GIUGNO PRESENTAZIONE DEL LIBRO SUL MUSICISTA RENATO VIRGILIO.
Domenica 6 giugno presso la Sala Rossa del Castello di Barletta sarà presentato il libro RENATO VIRGILIO - vita e opere di un musicista scritto dal pianista Francesco Lotoro e dal direttore d’orchestra Paolo Candido.
Il libro su Renato Virgilio è stata promosso e patrocinato dall'Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia ed è pubblicato dalla Editrice Rotas (232 pagine). La conferenza di presentazione del libro è organizzata in collaborazione con il Comune di Barletta ed è altresì corredata da una Mostra documentaria Renato Virgilio, un musicista italiano nella Germania delle due Guerre che sarà allestita nell'antingresso della Sala Rossa.
Il libro, ricco di materiale epistolare e fotografico inedito, bozzetti originali e stralci di manoscritti musicali, è il risultato di oltre 20 anni di laboriose ricerche compiute da Lotoro e Candido sulla vita e le opere del grande musicista barlettano.
Sin dal 1990 Lotoro e Candido (anch'essi barlettani come Virgilio) avviarono un articolato progetto di recupero del materiale storico documentaristico e musicale riguardante Virgilio presso l'archivio Grillo-Ruffini di Tortona, gli Archivi storici e anagrafici di San Gallo, Zurigo, Basilea, Berlino, Wiesbaden, il Dipartimento Musica della Boston Public Library, l'Accademia Musicale Mendelssohn-Bartholdy di Lipsia, le documentazioni in possesso del Prof. Lucio Galante di Lecce, la Casa Carducci Bologna e la Biblioteca Sabino Loffredo di Barletta.
LA BIOGRAFIA
Renato Virgilio, nato a Barletta il 27 agosto 1879 e deceduto a Wiesbaden il 27 giugno1959, visse nel periodo più cruciale dell’opera lirica aderendo al linguaggio verista ma con inedite capacità di utilizzo e respiro del materiale vocale, orchestrale e corale mutuate sia dalla sua solida formazione presso la scuola napoletana che dalla grande lezione di Alberto Franchetti.
Spirito irrequieto, musicista geniale vissuto a fortune alterne tra Italia, Svizzera e Germania, Renato Virgilio ha lasciato un importante testamento musicale di lavori teatrali, poemi sinfonici, pagine cameristiche ma soprattutto la sua opera in due atti Jana (su libretto di Salvatore Aliaga, pseudonimo di Alberto Colantuoni) che lo rese celebre in tutta Europa.
L'opera Jana, messa in scena al Teatro Dal Verme di Milano il 2 dicembre 1905 sotto la bacchetta di Tullio Serafin e rappresentata numerose volte in Italia, Germania e Svezia, conferì a Virgilio una grande notorietà; le più importanti società grammofoniche dell’epoca registrarono ampie antologie dell’opera, giornali e riviste specializzate in Italia e all’estero scrissero del musicista barlettano.
Tuttavia qualcosa accadde soprattutto nei primi anni della sua carriera creativa che non gli permise di arrivare a maggiori soddisfazioni artistiche nonchè tentare quel salto qualitativo indispensabile a una diffusione su larga scala della sua produzione musicale.
Le ragioni sono molteplici: l’occasione mancata di perfezionarsi a Lipsia con Max Reger, un matrimonio tormentato con Philippine Raab, il suo carattere permaloso e difficile, una situazione di reale indigenza economica alla fine della 2a Guerra Mondiale durante la quale scelse di rimanere in Germania, i suoi ammirevoli ma vani sforzi di rientrare nel circuito teatrale con la sua ultima opera La morte del Re prima che la morte lo cogliesse in un ospedale di Wiesbaden il 27 giugno 1959 alle soglie del suo 80esimo compleanno.
LA RISCOPERTA CRITICA
Oggi si apre una sfida che vale per Virgilio come per tanti altri eccellenti compositori ossia rileggere la complessa fenomenologia della produzione operistica che va dall’Ottocento al Novecento con diverso spirito discrezionale e rinnovati strumenti filologici; comprenderne lo sviluppo e la sua originalità ma altresì approfondirne i modelli teatrali mutuati da altre scuole di palcoscenico dell’epoca; evidenziare nel suo insieme la ricchezza e qualità della produzione operistica italiana senza la quale gli stessi capolavori consegnati alle maggiori stagioni teatrali perderebbero le loro coordinate storiche ed estetiche; in altre parole, riconsegnare all’attenzione di pubblico e critica un intero periodo della storia della musica durante il quale l’opera conobbe il suo irripetibile momento di maggior diffusione e autentico coinvolgimento generazionale.
In una simile ottica di maggior respiro, Virgilio riprenderebbe egregiamente il posto che gli spetta nel novero degli operisti italiani.
GLI AUTORI
Il libro di Lotoro e Candido segna un importante punto di arrivo del lavoro di promozione intrapreso dai 2 musicisti barlettani sull'opera musicale e la memoria artistica di importanti compositori nati a Barletta come Giovanni Leonardo Primavera, Giuseppe Curci e, appunto, Renato Virgilio.
Lotoro e Candido non sono nuovi a simili imprese; entrambi impegnati (l’uno come pianista e ricercatore, l’altro come direttore d’orchestra e primo collaboratore) nell'archiviazione e registrazione discografica di oltre 4.000 opere musicali scritte nei Campi di concentramento dal 1933 al 1945, 3 anni fa raccolsero e stesero in partitura gli oltre 100 canti degli Ebrei di Sannicandro Garganico (una antologia fu pubblicata nel 2009, anch'essa dall'Editrice Rotas) mentre pochi mesi fa, presso la Sala della Comunità S. Antonio di Barletta, diedero vita al primo allestimento in assoluto della partitura originale dell'opera Der Kaiser von Atlantis scritta da Viktor Ullmann nel Campo di concentramento di Theresienstadt.
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