05/06/2010. TRANI - LOTTA A CHI IMBRATTA I BENI CULTURALI.
L'ultimo anatema contro gli imbrattatori l'aveva rivolto pubblicamente, dinanzi a centinaia di persone, il sindaco, Pinuccio Tarantini, nel corso delle recente inaugurazione di piazza Sacra regia udienza.
«La piazza è bellissima - aveva detto -, sono felice che possano godersela i pedoni, sarei molto meno felice se qualcuno fra loro l'imbrattasse. Mi raccomando, ditelo a chi non c'è: questa piazza, questa città non si sporcano».
Imbecilli che imbrattano luoghi pubblici ce ne sono in tutto il mondo, ma se episodi di questo tipo avvengono a Trani, città d'arte, piena di monumenti e luoghi sensibili per il turismo, il problema si fa serio. Il lungomare Mongelli è il simbolo dell'aggressione incivile di chi usa lo spray al posto del cervello per presunte manifestazioni d'amore o per il semplice gusto di occupare qualche scampolo di pietra di Trani ancora intonsa.
E proprio partendo da questo scenario, durante l'ultimo consiglio comunale era partita la provocazione del giovane consigliere del Pdl Fabrizio Sotero: «Fosse per me, metterei ai lavori forzati tutti quelli che recano scempio alla città in questo modo barbaro. Noi amministratori non ce la facciamo a fronteggiare questi incivili e neanche la repressione delle forze dell'ordine riesce a fare da deterrente».
Lavori forzati, espressione forte soprattutto se pronunciata da un pubblico amministratore organi co alla maggioranza che governa la città. Ma nella stessa maggioranza c'è chi la pensa diversamente, molto diversamente.
Giuse ppe De Simone, consigliere decano del Pdl, docente e dirigente scolastico di scuola media in pensione, replica a Sotero: «Un tempo ai lavori forzati venivano spediti coloro i quali commettevano gravissimi delitti. Oggi tutto è cambiato, quindi no ai lavori forzati per chi sporca, sì alla applicazione della legge, rifondendo i danni con dure sanzioni economiche».
Terminata la premessa, ecco il racconto che affonda le radici nel passato professionale di De Simome: «Ti riferisco, caro Sotero, di un episodio della mia vita scolastica. Attraverso una seria indagine, venni a conoscenza del fatto che due studenti di scuola media avevano imbrattato alcuni banchi. Uno dei due alunni indisciplinati è figlio di un mio carissimo amico di ieri di oggi. Orbene, applicai la legge in qualità di dirigente scolastico proponendo due strade: sospensione fino a tre giorni; riparazione totale dei banchi per un costo di 50mila lire. Pagarono».
Da qui l'esortazione finale: «Ti invito ad aprire un dialogo sui comportamenti dei giovani e, maggiormente, l'appartenenza sociale e i rischi cui vanno incontro» .
NICO AURORA
Fonte: La Gazzetta del Nord Barese Sabato 5 giugno 2010
L'INTERVENTO
ATTENTI ALLA DIFFERENZA FRA "SPORCAMURI" ED ARTISTI
«Per favore, non mischiamo il sacro con il profano. Intorno a questa materia c'è una superficialità spaventosa che danneggia la nostra immagine e svilisce il nostro lavoro».
Sono veramente arrabbiati i «writer» di Trani dopo ultime uscite pubbliche di amministratori autorevoli contro chi imbratta la città.
Imbrattare è un verbo bandito dalle «crew» dei writer: loro disegnano e si proclamano virtuosi, gli stupidi imbrattano.
Alberto, 26 anni, da tredici fa il writer. È cresciuto a pane e spray insieme con tanti amici che poi, alla spicciolata, hanno allentato il ritmo dei loro lavori. Lui, invece, è diventato un talento, anzi chi è cresciuto con lui lo definisce un fuoriclasse sprecato per una città come Trani, che non darebbe spazio a questi veri artisti. Alberto, irritato dalle ultime polemiche intorno a chi sporca la città, chiarisce: «Il writing è una forma d'arte e come tale si manifesta ed è riconosciuta anche dal pubblico dei critici. Da decenni le migliori opere dei writer sono persino sui libri di storia dell'arte. Non abbiamo nulla a che fare, quindi, con gli imbrattatori, anzi ci fa molta rabbia questo indebito accostamento. Nelle più importanti città italiane si tengono estemporanee d'arte, i Comuni finanziano i "contest", invitano i writer a riqualificare muri degradati, trovano in loro la risoluzione di molti problemi».
A Trani si è fatta una minima parte di tutto questo. Il massimo, la manifestazione organizzata lo scorso anno dal circolo "Pertini": un gruppo di giovani artisti, tranesi e non, hanno ravvivato i muri decadenti dello stadio. Poi c'è sempre il muro di via Falcone, un "must" dei writer, meta ambita di chi fa la gavetta e, inizialmente, deve trovarsi altre superfici in periferia. Del resto, su quel muro ci finisce il meglio e ci resta anche due o tre anni se vale davvero, prima di essere soprascritto da altro. Ma quel muro ormai è insufficiente, ed allora Alberto torna a caldeggiare l'ipotesi di una totale "riqualificazione", in chiave writing, del lungomare Mongelli, per emarginare chi imbratta ed esaltare chi disegna.
Fonte: La Gazzetta del Nord Barese Sabato 5 giugno 2010
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