Sesta Provincia: tiene ancora banco la vicenda dell'approvazione dello statuto e della localizzazione provvisoria della sede legale ad Andria.
Da qualche giorno (11 giugno) e' trascorso il sesto anniversario della legge n. 148 del 2004, istitutiva della provincia di Barletta- Andria-Trani - sottolinea Nino Vinella, presidente del comitato italiano pro Canne della Battaglia -. Quando, nel 2005, fu festeggiato il primo compleanno, l'aria era decisamente molto diversa: il paginone della Gazzetta, la cartolina celebrativa, perfino un annullo filatelico.
Decisamente roba d'altri tempi: a giudicare dall'acqua passata sotto i ponti. Quel primo anniversario non furono davvero in molti a volerlo: silenzio-stampa dell'amministrazione comunale (c'era Franco Salerno allora come primo cittadino e coordinatore dei sindaci), nessun coinvolgimento diretto (a parte un minimo di sostegno per le spese).
Cosi' nell'archivio storico dei collezionisti, ci e' andato a finire un timbro postale ed una cartolina che ricorderanno la nuova provincia, appena nata da un anno, costituita da dieci comuni, unica nel panorama nazionale ad avere come volle legislatore e come recita l'articolo 1, con il capoluogo situato nelle citta' di Barletta, Andria e Trani.
Solo che nessuna delle citta' mosse un solo passo o fece un solo cenno per festeggiare insieme o lasciare un segno di quanto avvenuto in Parlamento un anno prima: che ci abbia pensato il Comitato, insieme ad una manciata di sponsor, ha corrisposto al profetico paradosso che a storicizzare in quella unica occasione la provincia di Barletta-Andria-Trani sia stata un'associazione di volontariato culturale rappresentativa di una cittadella quale Canne della Battaglia, ombelico storico della valle d'Ofanto, e non altri. Come dire: il passato apriva le porte al futuro immaginando che quel presente di cinque anni fa fosse l'anticamera di chissa' quali altri e piu' importanti traguardi.
E poi: Sara' stato questo il primo (e finora) cimeliodi una storia che nemmeno il piu' spericolato dei maestri di scuola saprebbe come spiegare ai ragazzini delle elementari? Oggi ne dubitiamo anche noi, ma almeno queste tracce sono rimaste e ne possiamo riparlare a distanza di un tempo che appare eterno, addirittura abissale se paragoniamo lo stato attuale della situazione venutasi a creare (approvazione Statuto, sede legale e quanto altro di litigiosamente policentrico fra preannunciati ricorsi eccetera eccetera) allo spirito fondativo di sei anni fa della provincia come la immaginavano quelle persone oggi scomparse: Carlo Ettore Borgia, don Luigi Filannino, il senatore Mimì Borraccino, Dante Cioce, tutti coloro e tanti altri ancora come loro rigorosamente barlettani. Ma tutti altrettanto rigorosamente fedeli al motto che la Provincia doveva servire a ciascuna delle comunita' cittadine rientranti nel suo perimetro.
Dice Domenico Pagazzo, presidente dell'associazione Uniti si puo'. Il vivace dibattito seguito alla individuazione della sede legale della sesta Provincia pugliese stimola alcune considerazioni utili, piu' come domande, affinche' qualcuno spieghi, a noi e a tutta la cittadinanza della provincia, il perche' di una scelta. L'impulso derivato anche dal contenuto della manovra correttiva presentata dal governo in questi giorni, nella parte che riguarda la soppressione di ben nove Province al fine di razionalizzare e diminuire la spesa pubblica.
Bene: perche' non sopprimere la neonata provincia pugliese? Questo quesito non guadagnera' il consenso di molti, soprattutto dei nostri amministratori, ma e' la domanda che serpeggia tra i cittadini, non espressa ad alta voce solo perche' l'istituzione della provincia e' stata il frutto di lotte politiche durate oltre un secolo.
Ancora: Procedere navigando a vista non puo' essere assolutamente condiviso, non solo nel merito, ma soprattutto nel metodo. Non e' sfuggita a nessuno la necessita', sostenuta in questi giorni dal governo centrale, di una migliore organizzazione del nostro Paese al fine di ridurre la spesa complessiva e semplificare la vita ai cittadini, diminuendo il numero e migliorando la qualita' degli enti che presidiano il governo del territorio.
Dal punto di vista del metodo, in questa sede che deve essere ricercata la soluzione organizzativa e del costo complessivo dell'impianto amministrativo dello Stato, anche in virtu' delle nuove funzioni che vengono decentrate. Nella individuazione delle citta' sedi di uffici e organi della nostra provincia, non e' apparso primario l'interesse del cittadino, nee' e' emersa l'esigenza della migliore individuazione in relazione ai costi degli uffici amministrativi. Non ci e' stato detto se prima di arrivare ad una individuazione, ovvero distribuzione in varie citta', vi e' stato uno studio di fattibilita' tenendo presente l'economicita' e l'utilita' per gli utenti cittadini.
Conclusione: Se questo non e' stato fatto e se questa provincia deve essere fonte esclusiva di potere per pochi e antieconomica per tutti (cittadini), allora avviamo il primo passo verso il risanamento, pensando seriamente, con studi e dati alla mano, che questa provincia potrebbe diventare il solito carrozzone pubblico e, pertanto, meglio la soppressione. Basta con l'attivita' piu' praticata in questo periodo storico: la cortigianeria, il compiacere il potente di turno. I cittadini di questa provincia dovrebbero essere il primo ed unico interesse ma, per come si orienta la spartizione, gli unici ad essere danneggiati saranno proprio loro. Basta anche con le farse di sospensioni ed autosospensioni, se qualcuno non e' d'accordo, abbia il coraggio di lasciare la tranquilla e calda sedia che ricopre, oppure venga a spiegare il perche' di determinate scelte e i vantaggi che noi cittadini avremo da tali scelte.
LEGGI LA NOTIZIA COMPLETA SULLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO ON THE WEB
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=343586&IDCategoria=1