Il Falco di Svevia arriverà a cavallo. Al suo fianco la prediletta Bianca Lancia. Assisterà, lo Stupor Mundi, all'investitura di un cavaliere.

Dopo il rito religioso nella piccola cappella del «feudo» Polvino, il buffetto sulla guancia eleggerà il nuovo uomo d'arme.

Poi, in onore dell'imperatore, ci saranno duelli, giochi d'abilità, tiro con la balestra, con l'arco e alla fune. Al rullo dei tamburi e sotto l'occhio diffidente dei falchi, dame, cavalieri, armigieri e religiosi, nobili e mercanti si accomoderanno a tavola.

«Stupor mundi» è il titolo della serata che si svolgerà domani a Ruvo (ore 20.30, informazioni al 339.6314601), alla masseria Polvino (edificata nel 1740, era uno dei 24 casali ruvesi, in direzione di Altamura e Gravina).

Federico II (Nicola Signorile) sarà, insieme a Bianca Lancia (Titti Pastore) l'ospite d'onore del convivio organizzato dall'associazione culturale «La Compagnia della lunga tavola», che ha sede a Capurso e che offre, tenendo fede alla denominazione (già tutto un programma), opportunità di leggere storie, eventi e imprese in Puglia e altrove attraverso la lente della gastronomia.

La macchina del tempo riporterà in pieno Medioevo. I guerrieri di Historiabari e i Cavalieri de le Terre tarantine (del coordinamento De rebus gestis) sfileranno i pesanti spadoni, coperti dalle pesanti armature, riproduzioni perfette di quelle utilizzate dagli uomini d'arme degli anni federiciani.

I giullari di Ludo e Tek offriranno lo spettacolo di giocoleria. I tamburi della Nicolaus Barium creeranno l'atmosfera tesa ed emozionante. I falconieri di Trani mostreranno i rapaci tanto cari al monarca tedesco.

E poi, come detto, il sontuoso banchetto. Lo «scalco», cioè l'organizzatore (anche Leonardo da Vinci lo era), vale a dire il presidente della «Lunga tavola» Sandro Romano, sarà la voce narrante, coadiuvato dallo «spenditore», un po' il furiere, Roberta Altieri.

Vincenzo Berardi sarà cuoco e «trinciante». Intrigante il menù. Si comincia dalla «fine», con vino dolce e frutta, all'epoca utilizzati come apristomaco. Poi una zuppa di porri (porrata bianca), quindi un purè di fave e mele. In trionfo sarà portato in tavola il maiale rovesciato (la porchetta), quindi il pollo all'arancia (agrumi amari: quelli dolci non c'erano ancora) e le cicerchie agli odori. Infine, «frittelle» (di formaggio) «da Imperadore Magnifici» e un pasticcio «torta Manfreda bona e vantaggiata». Il brindisi finale sarà fatto con vino d'ippocrasso e spezie.

«Che non erano utilizzate per coprire cibi magari non perfetti a causa della cattiva conservazione - spiega Romano - bensì per ostentare potenza economica, dato che le spezie costavano un occhio».

Sarà possibile partecipare al convivio anche indossando i panni dell'epoca. Per una notte si sarà nobili alla sfarzosa corte del «Puer Apuliae».

Con la «Lunga tavola» e l'Accademia italiana gastronomia storica (tra gli ospiti anche il «governatore» Mario Giorgio Lombardi), hanno collaborato l'Endas e l'Assicral.

VITO PRIGIGALLO

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
Giovedì 8 luglio 2010