MENO 23 GIORNI AL 2 AGOSTO...
Giorno dopo giorno va avanti senza sosta il "conto alla rovescia" nella nostra speciale macchina del tempo per lunedì 2 agosto, 2226° anniversario della Battaglia di Canne del 216 avanti Cristo, quando Annibale ed il suo esercito affrontarono nella piana dell'Ofanto e sconfissero le otto legioni comandate dai consoli Lucio Emilio Paolo e Terenzio Varrone, che Roma gli aveva mandato contro per sbarrargli il passo dopo le vittorie, altrettanto micidiali, al Ticino, alla Trebbia ed al Trasimeno.
Ci accompagna in questo viaggio dal passato il racconto di Paolo Rumiz, autore del bellissimo libro "Annibale, un viaggio" (Feltrinelli editore) pubblicato a consuntivo di una serie di fortunati réportages pubblicati da Repubblica nel 2007, e che ringraziamo per questa opportunità di maggiore divulgazione culturale in rete, attraverso il Mediterraneo come ai tempi delle Guerre Puniche.
Il Comitato, nel corso di un'affollata bellissima serata culturale patrocinata dal Comune di Barletta, ha ospitato il noto giornalista ed inviato, nonché scrittore, a Palazzo Della Marra il 29 settembre del 2008.
Nell'immagine "Annibale che scorge le terre italiche per la prima volta", Francisco Goya 1771
Nella foto esclusiva La Gazzetta dell'Archeologia on line, Paolo Rumiz riceve il Diploma di Socio Onorario del Comitato dal Presidente Nino Vinella alla presenza della Dirigente Beni Culturali del Comune di Barletta, dott.ssa Santa Scommegna
Questa é la settima puntata...
Alla fine di settembre del 218 il condottiero rincuora i suoi uomini, rimasti in 30 mila, un terzo di quanti erano partiti
In cima al passo alpino alla conquista dell'Italia
dal nostro inviato PAOLO RUMIZ
"Soldati? A chi l'Italia!". A noiii! "E a chi Roma?". A noiii! Chissà se andò così, quando Annibale arrivò in cima al passo alpino e rincuorò i suoi uomini distrutti dalla fatica. Era la fine di settembre del 218 e i soldati erano rimasti in trentamila, un terzo di quanti erano partiti. Molti erano restati a presidiare i Pirenei, altri erano tornati a casa.
Tanti erano caduti nei burroni o erano stati uccisi dei Celti durante la salita. Si fa presto a dire "Italia", penso guardando il pendio verso Cuneo dal Col de Larche, detto della Maddalena. Come sul Col Clapier, dove sono passato con gli alpini, scarpate, canaloni innevati, strettoie. Rileggo Livio e Polibio: discesa infame, con neve fresca sopra scivoli di neve vecchia gelata che fa affondare gli animali da soma e rischia di far precipitare gli elefanti. Se questo è il passo più facile delle Alpi Occidentali, dio solo sa come si facciano a immaginare attraversamenti altrove.
http://www.repubblica.it/2007/08/speciale/altri/2007annibale/annibale-7/annibale-7.html
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