MENO 13 GIORNI AL 2 AGOSTO...
Meno di due settimane nel "conto alla rovescia" della nostra speciale macchina del tempo per lunedi' 2 agosto, 2226° anniversario della Battaglia di Canne del 216 avanti Cristo, quando Annibale ed il suo esercito affrontarono nella piana dell'Ofanto e sconfissero le otto legioni comandate dai consoli Lucio Emilio Paolo e Terenzio Varrone, che Roma gli aveva mandato contro per sbarrargli il passo dopo le vittorie, altrettanto micidiali, al Ticino, alla Trebbia ed al Trasimeno.
Ci accompagna in questo cammino dal passato il racconto di Paolo Rumiz, autore del bellissimo libro "Annibale, un viaggio" (Feltrinelli editore) pubblicato a consuntivo di una serie di fortunati reportages pubblicati da Repubblica nel 2007, e che ringraziamo per questa opportunita' di maggiore divulgazione culturale in rete, attraverso il Mediterraneo come ai tempi delle Guerre Puniche.
Il Comitato, nel corso di un'affollata bellissima serata culturale patrocinata dal Comune di Barletta, ha ospitato il noto giornalista ed inviato, nonche' scrittore, a Palazzo Della Marra il 29 settembre del 2008.
Nell'immagine, la morte di Archimede in un mosaico di Ercolano
Nella foto esclusiva La Gazzetta dell'Archeologia on line, Paolo Rumiz con il Socio fondatore decano, Giuseppe Savasta
Questa e' la diciassettesima puntata...
IL VIAGGIO/17.
Allorquando la citta' passa ai Cartaginesi Archimede organizza la difesa e poi viene trafitto
La svolta di Siracusa e il genio dei teoremi
dal nostro inviato PAOLO RUMIZ
Siracusa. Impossibile lasciar fuori Siracusa da questa storia. Me ne rendo conto a Capua, leggendo Tito Livio in una sera languida color melograno. La colonia greca e' una svolta della guerra: nel 214 la citta' passa ai Cartaginesi, ma i Romani reagiscono immediatamente, capiscono che, se il nemico s'insedia in Sicilia, il loro dominio sul mare e' finito, e cosi' ne attaccano la citta' piu' splendida.
La stringono d'assedio con quattro legioni. Ma Siracusa e' soprattutto Archimede. E' il genio dei teoremi e delle macchine da guerra, dei rompicapi e dei codici perduti, che organizza la difesa, incendia con specchi ustori le basi del nemico, ne solleva le navi con enormi gru arpionanti, e poi muore, ucciso da un legionario distratto nel giorno della capitolazione, anno 212. Una grande storia da raccontare. Ma ha senso, mi chiedo, una deviazione cosi' lunga? Temo che il viaggio si complichi e perda ritmo.
E poi oltremare Annibale non ci va mai: il lavoro in Sicilia lo fa fare ad altri al posto suo. Gli Stretti non li passa, resta abbarbicato al Continente fino al giorno del ritorno in Africa. Che ci vado dunque a fare tra gli Iblei? E come faccio a staccarmi dal mio uomo dopo averlo seguito fin qui?
http://www.repubblica.it/2007/08/speciale/altri/2007annibale/annibale-17/annibale-17.html
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