21/09/2010. BARLETTA - L'ATTIMO FUGGENTE DEL PROFESSOR PAOLO VITALI, UNA VITA PER L'ARTE.
Paolo Vitali alias arte e scuola. È questo il binario lungo il quale da sempre, questo maestro di saggezza, fa scorrere la sua umanità e la sua vena artistica. Da pochi giorni è in pensione. Non insegnerà, almeno sui banchi di scuola, storia dell’ar te. Insomma la mattina non sarà più ad accogliere i ragazzi del liceo scientifico «Cafiero» di Barletta. Lo ha fatto dal 1980. Prima, dal 1967, era a Bisceglie.
Pittore raffinato nativo di Fano, ma barlettano di adozione, ha le sue radici in Puglia dopo aver effettuato il servizio militare. Ma Vitali, persona dotata di un carisma più unico che raro, ha deciso di rimanere «in intima comunione con il mondo della scuola».
Non importa che ora sia in pensione. Anzi. Come farà ? È lui stesso a spiegarlo nella sua casa museo di Corso Vittorio Emanuele di Barletta.
«È molto semplice: dato che la mattina avrò più tempo libero ordinerò tutti i ricordi che porto nel cuore e nella mia mente legati alla scuola - riferisce con affetto e simpatia -. Poi avendo elaborato tutte le emozioni, alla luce di questa nuova vita, inizierò un lavoro di traduzione artistica che mi porterà a creare un qualcosa che sia connesso al mondo della scuola».
Insomma lo specchio di tutto il bene che Paolo ha saputo, negli anni della sua carriera scolastica, donare ai suoi alunni. Proprio chi scrive ricorda ancora quando a Firenze mentre spiegava le bellezze artistiche del Duomo - sudando e quasi in trance - creò un vero e proprio tappo umano immobilizzando tutti - giapponesi compresi - intenti ad ascoltare la sua irripetibile lezione di arte.
Grazie professore.
Buon lavoro Paolo.
GIUSEPPE DIMICCOLI
Fonte: La Gazzetta del Nord Barese Martedì 21 settembre 2010
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