Parigi ed il governo francese oggi nell'occhio del ciclone per i provvedimenti di espulsione dei nomadi dal territorio nazionale.
In questo scenario, la prossima settimana si apre nella capitale francese la mostra retrospettiva di Giuseppe De Nittis che, nella sua pur breve ma intensa vita vissuta a Parigi, intrattenne importanti relazioni sociali e culturali col mondo borghese a cui apparteneva e che nutriva, anche allora, un vago senso di discriminazione nei confronti delle minoranze etniche quantunque molto bene "inserite" come quella ebraica.
Ritenendo dunque niente affatto secondario e di viva attualità tale aspetto biografico del barlettano De Nittis rispetto al contesto di metà Ottocento nel quale visse e nel quale, maturò, ad esempio l'episodio del J'accuse di Emile Zola nel caso Dreyfuss a lui contemporaneo, volentieri riproponiamol ai nostri Lettori questo scritto di Giovanni Lamacchia a proposito dei rapporti fra il grande pittore impressionista e l'Ebraismo.
GIUSEPPE DE NITTIS E L'EBRAISMO: Non ho pregiudizi di sorta su nessuna confessione?
Dalle pagine di Notes et Souvenirs, emerge un ritratto dell'artista pugliese in anticipo sui tempi anche nell'atteggiamento verso persone appartenenti ad altre confessioni religiose.
Nella pagine più sfortunate della fortuna critica di questo artista che fece tanta fortuna a Parigi e Londra, si è sempre insistito nella tesi che i francesi gli abbiano insegnato tutto, anche se nello stesso tempo si è sostenuto che non abbia poi capito molto.
Ma certamente i francesi non possono avergli insegnato quel rispetto, che invece a lui veniva naturale, verso chi professava un'altra confessione religiosa.
Lo dimostra una pagina di Notes et Souvenirs, dove a proposito di posizioni preconcette verso gli ebrei, l'artista scriveva: Questo pregiudizio da parte dei francesi mi sorprende alquanto. Evidentemente quel disappunto rivela anche la stima nutrita per quella capacità di relazionare che i francesi gli avevano dimostrata in tante occasioni.
Trovava invece in loro una vena di disprezzo quando si riferivano ad un ebreo. Così, per esempio, in alcune lettere in cui il mercante d'arte Goupil, , alludeva al collega austriaco Reitlinger che giocava al rialzo con le opere dell'artista, scrivendo che Giudeo! o il mio Giudeo, e ancora il Giudeo Alemanno ...
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