Un ferro arrugginito, appoggiato al vecchio monumento, sormontato da una maglia sudicia, quasi fosse il vessillo del degrado che regna nel Campo della Disfida, oramai dimenticato, trascurato, circondato unicamente dal verde degli ulivi e dall'indifferenza delle istituzioni.
Qui oltre 500 anni fa italiani e francesi si affrontarono a viso aperto, in un duello cavalleresco che è entrato a far parte della storia di Barletta e non solo. Lì dove i ferri si incrociarono, c'è ora un «tempietto» con relativo epitaffio, fatto erigere nel 1583 da Ferrante Caracciolo, duca di Airola, e restaurato dal Capitolo tranese nel 1844.
Ma, nonostante l'importanza storica del luogo, sono pochi, purtroppo, a conoscerlo e ad averlo visitato. Vuoi per la sua ubicazione (in contrada Sant'Elia, tra Corato ed Andria, ai margini della strada provinciale «231»), vuoi per la mancanza di qualunque indicazione.
Difficile è, pertanto, individuarlo, più difficile arrivarci, visto che ad indicare la presenza del «tempietto» ci sono soltanto due basse colonne in pietra, poste all'inizio di un vialetto e riportanti una iscrizione diventata ormai quasi illeggibile.
Poi, al termine dello stretto camminamento in asfalto, buio e dissestato (impraticabile se piove), si erge l'antico monumento in bugnato, corroso dal trascorrere degli anni e dagli agenti atmosferici. Bisogna avvicinarsi per poter leggere l'epitaffio che, nella parte superiore, è coperto da ciuffi d'erba infestante.
C'è anche un filo di ferro penzolante, forse appartenuto ad una corona d'alloro deposta chissà quanti anni fa. Ai piedi del monumento, rifiuti di ogni genere (bottiglie di birra, di plastica, fazzoletti, cartoni di pizze, ecc) che conferiscono al luogo un aspetto di degrado assoluto.
«Qui la sera viene chi spaccia la droga oppure vengono a bere», ci dice un agricoltore che, incuriosito dalla nostra presenza, si avvicina: «Siete del Comune? È uno schifo. Non vengono neanche a pulire. Ogni tanto siamo noi a togliere i rifiuti che gli altri lasciano».
Fotografiamo tutto e andiamo via. Lungo il viale ci colpisce la presenza di un cartello stradale anch'esso arrugginito e «sforacchiato» da colpi di pistola.
Poi, sulla complanare, un copertone brucia proprio vicino ad alcune prostitute (che ci vedono e corrono a nascondersi) e ad un cartello che ci avvisa della presenza dell'«Epitaffio della Disfida», o di quello che rimane di un monumento storico, oramai dimenticato ed abbandonato da tutti.
GIAMPAOLO BALSAMO
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno on the web
Martedì 16 novembre 2010
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=382757&IDCategoria=1
INCURIA AL CAMPO DELLA DISFIDA: IL SINDACO DI BARLETTA SCRIVE AL PRESIDENTE VENTOLA ED AL SINDACO TARANTINI
Mercoledì 17 novembre 2010 - Il Sindaco di Barletta, Nicola Maffei, in merito al degrado e all'abbandono in cui versa il "Campo della Disfida" (area ricadente nel Comune di Trani, al confine tra Andria e Corato, teatro del celebre duello tra italiani e francesi, nel 1503), ha trasmesso in data odierna la seguente comunicazione al Presidente della Provincia Barletta Andria Trani, Francesco Ventola, ed al Sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini.
"Sento il dovere di sollecitare interventi da parte delle Amministrazioni di Vostra competenza per sottrarre il Campo della Disfida, sito in territorio comunale di Trani, dalla situazione di degrado in cui versa attualmente, come sottolineato dall'articolo pubblicato ieri dall'edizione Nord Barese del quotidiano "La Gazzetta del Mezzogiorno".
L'area in questione, testimonianza importante della storia di Barletta e della celebre Disfida, nonché patrimonio dell'intero territorio provinciale, merita di essere tutelata e sottratta all'incuria.
Sono certo di incontrare la Vostra condivisione e di ricevere presto notizie favorevoli su interventi materialmente compiuti in tal senso".