11/01/2006. Parco Nazionale dell'Alta Murgia - Frodi a Ue e inquinamento: trenta arresti in Puglia.
86 indagati, 30 arrestati, circa 30 milioni di metri quadrati di territorio posti sotto sequestro penale. Sono i numeri di un'operazione (coordinata dal sostituto Procuratore di Trani, Antonio Savasta) finalizzata alla repressione di truffe ai danni della Comunità Europea e contro spietramenti abusivi e violazioni dei vincoli di tutela del paesaggio per un totale di oltre 2.000 ettari di Parco Nazionale dell'Alta Murgia ROMA - Ottantasei persone indagate, trenta le persone arrestate, di cui sedici poste agli arresti domiciliari, circa 30 milioni di metri quadrati di territorio posti sotto sequestro penale. Sono i numeri di una vasta operazione, in corso dalle prime luci dell’alba, finalizzata alla repressione di reati economici di truffa ai danni della Comunità Europea, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato in materia di PAC (Politica Agricola Comunitaria) Seminativi, oltre che di reati connessi in danno all’ ambiente consistenti in spietramenti abusivi e violazioni dei vincoli di tutela del paesaggio per un totale di oltre duemila ettari di territorio protetto, nel Parco Nazionale dell’ Alta Murgia. L’operazione - secondo quanto informa un comunicato - è stata coordinata dal sostituto Procuratore di Trani, Dr. Antonio Savasta ed è scattata nel corso della notte. Essa rappresenta, spiegano gli investigatori, l’ atto finale di una lunga e complessa indagine che ha preso le mosse da un’intuizione del Comando stazione del Corpo Forestale dello Stato di Corato (Bari), e che è stata sviluppata poi, per i rispettivi aspetti di competenza, dalla stessa Forestale, dal Nucleo Antifrodi dei Carabinieri di Salerno, dal Comando Provinciale Guardia di Finanza di Bari, dal Gruppo Elicotteristi GdF di Bari (ROAN), nonchè dal Comando Stazione del Corpo Forestale di Spinazzola (Bari). All’ esecuzione dell’ ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Nardi, hanno partecipato, oltre al Comando Stazione Forestale di Corato, il Coordinamento Territoriale per l’ Alta Murgia, oltre a diversi reparti regionali del Corpo forestale dello Stato, al Nucleo Investigativo Centrale di Polizia Ambientale del CFS (NICAF) di Roma, e al reparto elicotteri del CFS; Carabinieri del Nucleo Antifrode di Salerno, del Comando Provinciale di Bari e del NAC di Roma e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari.
OPERAZIONE APOCALISSE Ha provocato danni all’Unione europea per oltre 10 milioni di euro la frode scoperta con l’operazione «Apocalisse» conclusasi questa mattina con l’arresto di 30 persone e il sequestro di migliaia di ettari di terreno nel Parco nazionale dell’Alta Murgia, su disposizione della procura della Repubblica di Trani. Le indagini erano state avviate nel 2003 con il sequestro operato dal Corpo forestale dello Stato di un terreno appartenente alla zona di Protezione speciale dell’Alta Murgia, abusivamente trasformato da pascolo ad appezzamento agricolo. Da quel punto di partenza i forestali hanno esteso i controlli all’intera superficie del parco pugliese per definire l’estensione di quello che da subito si è rivelato come un fenomeno generalizzato e ad alto impatto ambientale. In tre anni gli agenti del Corpo Forestale hanno perlustrato la superficie del parco ed hanno censito e perimetrato tramite Gps tutte le trasformazioni abusive avvenute nel tempo. Così si è scoperto che le alterazioni del territorio e la trasformazione dei fondi da pascolo a seminativo erano finalizzate alla richiesta di contributi della Comunità europea in materia di Pac. La frode ha causato danni all’Ue per oltre 10 milioni di euro, mentre dal punto di vista ambientale risultano alterati 30milioni di metri quadrati di superficie di natura carsica storicamente destinati alla pastorizia. Fondamentale nello svolgimento delle indagini è stato il confronto delle aerofotogrammetrie, ovvero le immagini rilevate dal satellite, con quelle realizzate negli anni precedenti a partire dal 1989, che ha permesso di circoscrivere l’esatta mappatura dei territori illecitamente adibiti all’agricoltura. Grazie alla rete informatica e alla banca dati Sim (Sistema informativo della montagna) del Corpo forestale è stato poi possibile incrociare le zone fotografate con le mappe catastali per risalire ai proprietari dei terreni.
E’ STATO COMPROMESSO IL TIPICO PAESAGGIO DEL CARSO L’impatto ambientale è stato definito gravissimo per la parziale distruzione di un paesaggio unico, quello della ’pietra affiorantè, e per i dissesti idrogeologici che ha prodotto. Pale meccaniche e aratri hanno distrutto la stratificazione naturale del suolo, compromesso la struttura fisica e la continuità nella canalizzazione e nella porosità dei terreni alterando la conducibilità termica e idraulica delle superfici. Ora in quelle zone, sottolinea il Corpo forestale dello Stato, «il tipico paesaggio altomurgiano si presenta banalizzato e compromesso: è stato in buona parte distrutto il terreno carsico superficiale, caratterizzato da lame e doline, ed è stato alterato quello sotterraneo per la diminuzione della quantità di acque che riescono ad infiltrarsi nella superficie ora argillosa». «La vegetazione stessa -rileva il Cfs- ha subito gravi danni, considerando che nei territori trasformati in coltivi, o desertificati, si è avuta una perdita totale della biodiversità. L’indebolimento della struttura globale a causa dello sgretolamento dei suoi aggregati superficiali ha impoverito la sostanza organica, ha ridotto la capacità di ritenzione idrica del suolo ed ha aumentato l’esposizione del suolo ai fattori erosivi che ne stanno accelerando il processo di desertificazione».
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno on line 11/01/2006
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