IL PRESEPE DI NONNO BARTOLO NEL RICORDO DEI NIPOTI: QUANDO L'ANTICA TRADIZIONE ARTIGIANA DIVENTA UN'EMOZIONE SENZA TEMPO...

Vogliamo sempre tanto bene a Nonno Bartolo, specie adesso che non c'é più, e scriviamo alla Gazzetta per uno specialissimo… regalo di Natale fotografando e presentando questo presepe, frutto di tantissima pazienza e di altrettanto affetto, realizzato qualche anno fa tutto da solo in mesi e mesi di lunga preparazione.

Il nonno (che ci ha lasciato un mese fa a quasi ottantacinque anni) lo vogliamo ricordare così, come una persona semplice ma piena di passione per le cose belle della nostra tradizione artigiana.

Il nonno ha utilizzato vari materiali a disposizione nel suo laboratorio di casa, ma prima di tutto ha pensato a disegnare ed a progettare il presepe, con una serie di montagne e di grotte dove si possono ammirare i personaggi caratteristici della rappresentazione.

Ovviamente, sulle montagne c’è anche una spruzzata di neve e forse poco ha a che fare con la Palestina di Gesù Bambino: ma noi non ci siamo mai accorti della differenza “geografica” perché ci ha sempre affascinato questa mescolanza tanto bella perché fa galoppare la fantasia…

Nonno Bartolo ha costruito prima uno scheletro di legno, poi ha modellato il paesaggio con carta da giornale (quante Gazzette ha utilizzato voi non ve lo immaginate nemmeno!) lasciata a macerare in acqua e colla vinavil.

Asciugata la carta, ha sistemato (qua e là dove necessario al racconto della vita intorno alla grotta di Gesù Bambino) anche dei sassolini e dei ciottoli, come per esempio disegnando il cerchio intorno al fuoco dei pastori in bivacco, oppure il costone di una montagnola e via dicendo.

Vi dobbiamo anche dire che Nonno Bartolo è figlio di un bravissimo falegname, mastro Rocco, di cui ancora qualcuno si ricorderà, e che aveva bottega dalle parti della nostra Cattedrale di Santa Maria, e, come si dice, la tradizione passa da una generazione all’altra, con un tocco quasi di magìa e di moltissimo amore.

Ecco perché, il nonno ha completato infine il presepe rivestendolo con corteccia di pino, rugosa come madre natura l’ha fatta, in modo tale che sembra davvero (lo giudichereto voi nella foto) intagliato tutto nel legno!

Ma non è mica finita qui.

All’interno, le luci piccine piccine ad illuminare la grotta della Natività, le bottegucce degli artigiani, i ricoveri dei pastori, in un miracoloso gioco di cavi elettrici (tutti a norma, s’intende) che finiscono in una bottoniera a pulsanti, come quelli di una volta che accendevano i lumi dei comodini antichi, ed un quadro generale di comando.

Poi, la cosa più bella del presepe, che già di suo così come ve lo abbiamo descritto potrebbe bastarci ed avanzare.

Ma il nonno (che ha sempre voluto fare le cose per bene…) si è addirittura superato realizzando il cielo stellato che sovrasta come un cielo vero tutto il presepe.

Questo “cielo" è stato realizzato prendendo un cartoncino tipo bristol, spennellandolo con una tinta d’azzurro ma soprattutto realizzando dozzine e dozzine di piccolissime stelle tutte con le loro brave punte traforate una per una in quel cartocino, e quella scritta “Gloria in excelsis Deo” che campeggia anch’essa realizzata bucherellando il foglio di cartoncino, che all’interno è stato ricoperta di velina trasparente ed illuminato con un tubicino al neon, il tutto come se questo “cielo” fosse una scenografia da teatro.

Grazie, Nonno Bartolo, per l'affetto e le tenerezze che ci hai regalato: Ti porteremo sempre nel nostro cuore!...