Finalmente a Barletta approda l'Oriente. Argomento nuovo nelle esposizioni a tema succedutesi durante gli anni della riapertura del Palazzo della Marra. Successo di pubblico, in tantissimi a sfidare la pioggia battente in code di attesa. E sul finire della serata, Vittorio Sgarbi ospite a sorpresa: un salto e qualche critica fra la curiosità dei presenti a Barletta per vedere la tela di Salomé, il suo personagio nella piéce teatrale in scena a Bari.
L'ORIENTE, importante in "questo" tempo e in quel tempo di viaggi, di esploratori, di viandanti, di avventurieri. Un Oriente, importante non solo in sé, con tutte le sue suggestioni e fantasie, , ma per l'apertura al diverso, all'altro da sè . Persiani e Turchi raccontati nelle favole e nella trasognate novelledi Sherazade, ma mai visti dall'occhio attento di pittori e scrittori, pionieri fotografi e giornalisti al seguito di delegazioni diplomatiche (Ussi, Guastalla, De Amicis). E il mondo nuovo che ci si presenta è un mondo che ci incanta e ci affascina, con i suoi colori, le sue luci: immagini di cammelli, bazaar, deserti immensi e oasi di pace, palme giganti( S.Ussi) e odalische sensuali, a volte invitanti, a volte tristi, adoranti musulmani su tappeti preziosi ("La preghiera della sera" E. Cercone), ori e pietre sfavillanti di colori nuovi e harem pieni di oggetti mai visti.
E' UN MONDO che, in realtà, non è tanto lontano da noi,se ricordiamo i pomeriggi assolati del Sud e le donne coperte da scialli e veli neri fuori dalle porte delle loro case,che impastino il pane o il couscous (S. Ussi), ma anche donne alla fontana, il cui scatto di profilo, quasi decorazione dei vasi dell'antico Egitto rimanda ad una tecnica che farà moda in quel secolo. E i drappi e i cuscini con le pieghe voluttuose del corpo fanno il resto.Suggestioni esotiche, che partano da una "Moschea Araba" (A.Pasini) o da un harem. Ed è proprio da "L'Harem" di De Nittis che nasce l'idea di un'esposizione dedicata alla pittura orientalista nell'Ottocento Italiano, che la dott.ssa Angiuli ha saputo cogliere e strutturare in quattro sezioni, quasi un percorso reale attraverso il quale una guida esperta ci conduce.
DALLA PARTENZA all'approdo, attraverso mari sconosciuti, paesaggi estasianti, città piene di vita, rumori, odori, colori sino alle "delizie segrete" del corpo femminile (S. Godelli), per culminare poi in una danza voluttuosa e frenetica ne "Il Ballo dell'Ape nell'Harem" (V. Marinelli), in cui si dimenano tutte le membra del corpo femminile sino a cadere tutte le vesti che lo ricoprono, davanti al pubblico dell'harem del pascià.
RITORNA il mito di Salomé, che con la sua danza dei sette veli induce lo stesso Erode a esaudire il suo terribile desiderio di vendetta. E risorgono tanti altri miti biblici, le cui rappresentazioni sembrano quasi scenografiche ("Semiramide morente"A.Valli), e ci riportano ad un'arte non nuova, ma sicuramente risorgente nell'800, il teatro e i suoi misteri, i lussi e gli amori, le amanti, nuove schiave d'amore, gli ori, i colori, i trucchi e gli incensi. Un mondo quanto mai simbolico ed evocativo, che aiuta a viaggiare restando fermi, ma che non si può più fermare nel suo invito suadente all'avventura e nella sua spinta vertiginosa al viaggio, reale o virtuale che sia.
E' IL MONDO dei Decadenti, dei Simbolisti, ma anche degli Esteti. Ricordiamo la Venus Blanche e la Venus Noir di Baudelaire, ma anche lo stesso dramma "Salomé" di Oscar Wilde (illustrato peraltro da A. Beardsley), che, insieme al "Ritratto di Dorian Gray", sconvolge l'Inghilterra Vittoriana.
Grazia Diviccaro
La Gazzetta dell'Archeologia on line
Nella foto "La danza dell'ape" di V. Marinelli
LA RASSEGNA STAMPA SUL WEB...
- La magia dell'Oriente a Palazzo della Marra con "Incanti e Scoperte"
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