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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

17/03/2011.  ANNIVERSARI - VIA FANI, IL RAPIMENTO, 1978-2011: ALDO MORO E BARLETTA A TRENTATRE ANNI DA VIA FANI.

Riproponiamo un intervento del nostro Direttore scritto nel trentesimo anniversario del rapimento di Aldo Moro.


A trent'anni dal tragico rapimento di Aldo Moro in via Fani, Barletta dovrebbe interrogarsi più in profondità e senza ipocrisia sui suoi rapporti con lo statista ed uomo di partito che ha contribuito a segnarne in larghissimi settori sociali e culturali la vita pubblica e l'azione politica.


Nella fiduciosa speranza di altri interventi da parte, per esempio, di altri amici a suo tempo impegnati nella vita amministrativa barlettana (sindaci, assessori, funzionari dc, tesserati, semplici cittadini), prendo su di me l'iniziativa di aprire questa piccola carrellata chiamando me stesso per primo a testimoniare come "persona informata dei fatti".


Sono stato, come si diceva a quei tempi e non lo nego adesso, un giovane moroteo che la pensava come lui nell'ambito della Democrazia Cristiana che a Barletta, come in tutta la Puglia, si spaccava in due correnti, con l'altra ala chiamata "dorotea" che aveva nell'avv. Giuseppe Palmitessa già sindaco il suo principale esponente.


Movimento giovanile, poi attività a tutto campo nel gruppo d'impegno politico intitolato ad Alcide De Gasperi con uomini di temperamento e di forte presenza istituzionale quali (fra gli altri) Armando Messina, Renato Russo, Nicola Larosa, tutti e tre sindaci d'ispirazione come retroterra culturale ed azione svolta nel centrosinistra.


Il Gip De Gasperi espresse varie finalità pratiche, tra cui quella di dare vita ad un proprio organo di stampa di area scudocrociata (Il Fieramosca, si proprio quello che ora esce come mensile d'informazione cittadina) nel quale il sottoscritto militò alle prime armi di giornalista come segretario di redazione.


"Se non diremo cose che spiaceranno, non diremo mai la verità" fu il suo motto degasperiano, agitato con tale entusiasmo che il neonato giornale riuscì nel tempo a scalzare lo storico "Buonsenso" quale organo ufficiale della Dc barlettana.


Che Aldo Moro avesse un debole per Barletta non c'era dubbio. Egli seguiva da vicino tutto questo fervore esploso soprattutto a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta, partecipando alla vita di Barletta con presenze strettamente di partito nei congressi cittadini o nelle affollate assemblee su temi specifici, ovvero intervenendo col suo stile di uomo a metà fra l'ideologo ed il responsabile di governo dai palchi dei comizi le tantissime campagne elettorali.


Ad esempio, l'amicizia di Moro con Vito Monterisi, l'onorevole barlettano alla Costituente eletto con lui nella circoscrizione Bari-Foggia e poi alla prima legislatura repubblicana, era fondata sui valori condivisi di un fare politica a servizio della gente partendo dalle comuni radici cristiane.


Era ovvio che a Moro ci si potesse rivolgere anche per scongiurare la potenziale crisi economica di un'azienda che occupava dozzine di lavoratori nelle partecipazioni statali, oppure per fare leva sui primi significativi denari pubblici della Cassa del Mezzogiorno da investire sul territorio.


Fra le tante immagini di quegli anni pubblicate dalla Gazzetta nella pagina di Terra di Bari, se proprio potessi scegliere, anche per una sorta di mia nemesi personale o se volete come "attrazione fatale" verso Canne della Battaglia tramandatami dal compianto Carlo Ettore Borgia (quale sindaco, anch'egli estimatore dello statista pur nelle alterne vicende della politica nostrana), metterei al primo posto quella foto di Aldo Moro ministro della Pubblica istruzione che inaugura l'Antiquarium costruito con quei fondi affinché si permettesse alle nostre popolazioni di vedere esposte in loco le ricchezze archeologiche e di capire la propria storia senza esodi verso la Soprintendenza di Taranto.


Era domenica 20 aprile 1958, tantissima la gente nella bella giornata di sole, le cineprese della Settimana Incom in azione, l'obiettivo fotografico di Attilio Calvaresi (padre del nostro reporter Ninì) a fare clic, uniformi e personalità politiche di rango regionale, il prof. Gervasio scopritore dei sepolcreti insiginito di medaglia d'oro dal gen. Ludovico presidente fondatore del Comitato Pro Canne A distanza di mezzo secolo, quella suggestione in bianco-nero resta nel nostro archivio del cuore come testimonianza del lavoro svolto insieme con la nostra comunità cittadina da Aldo Moro.


E' questo, a mio modesto e personale avviso, l'esempio da seguire, il suo miglior insegnamento: lavorare tutti insieme verso obiettivi di crescita e di sviluppo, ma soprattutto di grande coesione sociale e col senso della condivisione: moderata, ragionata, appassionante.


Nino Vinella - Giornalista


Barletta, mercoledì 12 marzo 2008


NOVITA' IN BIBLIOTECA...


Memoriale della prigionia, di Aldo Moro (a cura di Miguel Gotor), ed. Einaudi: il libro è una delle novità di aprile della nota casa editrice e si mostra come una testimonianza importante sulla vicenda storica del rapimento di Aldo Moro. Il curatore, Miguel Gotor, torna a interessarsi al rapimento nel tentativo di inserirlo pienamente nel quadro degli scontri politici che hanno caratterizzato il nostro Paese negli anni Settanta. Basandosi sui manoscritti, sui dattiloscritti e sui documenti originali scritti in quel periodo sul rapimento Moro, Miguel Gotor dà vita a un corpus unitario che consente di analizzarne motivazioni e cause.


http://libriblog.com/in-evidenza/aldo-moro-oggi-trentanni-dal-rapimento/


SU YOUTUBE...


Il rapimento di Aldo Moro a Via Fani.


http://www.youtube.com/watch?v=l5ipr2A3CnM&NR=1


 






 

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