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CANNE DELLA BATTAGLIA:
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

20/04/2011.  OMAGGIO A CANNE DELLA BATTAGLIA NELLA POESIA DI FRANCESCO PAOLO DELLAQUILA. UN VELO DI MALINCONIA NEL RICORDO DELLA GIOVINEZZA...

Il poeta barlettano Francesco Paolo Dellaquila "special guest" alla serata finale della XIII Settimana della Cultura nell'atelier di Rosa Ruscino (Art Rurò) merita uno spazio tutto suo, che volentieri gli riserviamo con questo intervento soffuso di un velo di malinconico nel suo ricordo-omaggio a Canne della Battaglia.


Era ancora buio quando, con la luce che da levante cominciava a farsi spazio all'orizzonte, partivamo in bicicletta verso un boschetto bagnato dall'Ofanto, il fiume dove tante altre volte eravamo andati lasciando la scuola nei giorni assolati.


Scendendo l'argine sin sulla riva, cercavamo nella sabbia dolci radici prima di cominciare a pescare. Lasciati al sole, quei tuberi lunghi erano una delizia!


Oggi non c'è più nulla, il boschetto è stato mangiato dai contadini e l'acqua del fiume è bianca di schiuma e neppure i ranocchi riescono a nuotare.


Neanche la luce dell'alba all'orizzonte ha lo stesso colore e l'aria s'impregna di un odore aspro dei concimi esalati dalla terra.


Poveri noi che l'abbiamo vissuto quel mondo com'era una volta.


Il nostro dolore è più grande rispetto all'ignaro viandante che si ferma su quelle colline ad ammirare il segno dell'antica Canne dove Annibale vinse i romani in memorabile battaglia.


Quante volte, amico mio,


siamo tornati su quell'altura


il lunedì dell'Angelo


a dissetarci alla sua fonte.


 


Da quel monte sgorga acqua


chiara e pura


e fu vita per  assetati


quando il Santo bucò la roccia


poggiando la sua mano.


 


Ed io ricordo il gran vedere tutt'intorno


di un boschetto e del fiume Ofanto


e dei resti di Canne


che fu luogo di vittoria


dell'Annibale


in battaglia sui romani.


 


Del mare, tanto lontano,


c'è soltanto una linea un pò più scura


a segnare l'orizzonte al cielo


nelle giornate chiare.


 


Da quel tortuoso ma agevole sentiero


tornavamo alla pianura,


quando quel mattino


un segno luccicante apparve da lontano


e poi scomparve.


 


A noi sembrò una croce e restammo sbigottiti,


ma quello non fu solo un riflesso! 


 


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Francesco Paolo Dellaquila


(tratto dal libro "L'altro Senso - tutti i diritti)


http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=557514






 

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