Dopo otto anni, il ministero per i Beni culturali stanzia 25mila euro "per scongiurare ulteriori danneggiamenti alle mura difensive della cittadella di Canne e alle restanti strutture murarie in elevazione" e "garantirne la messa in sicurezza".
Insomma, a Canne della Battaglia - famosa per il combattimento che nel 216 avanti Cristo aveva visto contrapposti i cartaginesi di Annibale e i romani - si potrà finalmente sistemare il muro crollato addirittura nel 2003, cinque anni dopo alcuni lavori di consolidamento forse realizzati male.
La disposizione per l'intervento di "somma urgenza" è arrivata qualche giorno fa dal direttore regionale per i Beni culturali, Isabella Lapi, alle competenti Soprintendenze.
Ed è l'atto conclusivo di un'ispezione attivata dal ministero solo a fine marzo scorso, dopo una segnalazione del Mida (Movimento indipendente per la democrazia e l'autonomia) di Barletta. Il crollo all'interno della cittadella di Canne della Battaglia, che è stata abitata dalla Preistoria fino al Medioevo, era naturalmente caduto nel dimenticatoio.
Almeno fino a quando, a fine 2010, non hanno cominciato a crollare anche le case della più famosa Pompei. Così qualcuno a Barletta aveva pensato di scrivere al ministero.
L'ispezione, però, aveva evidenziato molti problemi, con relativo strascico di polemiche - a distanza - tra ministero e Comitato Italiano pro Canne della Battaglia, che da anni si occupa della valorizzazione del sito.
Dopo l'ispezione, la stessa Lapi aveva scritto ai vari enti territoriali interessati (tra gli altri Comune e Provincia) sostenendo che non c'erano soldi per il sito di Canne: soli 75mila euro per il triennio 2009-2011.
La direttrice, però, aveva anche criticato l'impiego che era stato fatto dei fondi ottenuti in passato per raddoppiare l'antiquarium, dove sono esposti reperti trovati nella cittadella.
Aveva parlato addirittura di opere 2mai approvate dalla competente Soprintendenza territoriale per i beni architettonici e per il paesaggio". Insomma, l'antiquarium sarebbe in parte abusivo.
Un'accusa inaccettabile per il presidente del Comitato Italiano pro Canne della Battaglia, Nino Vinella, che aveva ripescato il vecchio problema della gestione della cittadella, sorta su una collina di proprietà comunale e dal 1999 gestita direttamente dal ministero.
"Siamo felici - dice ora Vinella - che a distanza di tanto tempo, si sia pervenuti a un dato concreto. Sicuramente 25mila basteranno a realizzare meri lavori edili e ci vuole ben altro per sistemare tutto ciò che non va nel sito. Ma prendiamo atto che, in tempi di ristrettezze economiche, siano stati comunque stanziati dei fondi. Ma a questo punto - rimarca - risolviamo il problema all'origine: la gestione del sito".
L'appello di Vinella è ora indirizzato direttamente al rieletto sindaco Nicola Maffei.
"Il primo cittadino - spiega - sciolga finalmente il nodo del protocollo d'intesa sulla gestione, siglato nel 1999 dal Comune con la Soprintendenza. Il Comune rivendichi, finalmente, la gestione del sito. Dal momento che la collina su cui erge la cittadella è del Comune, credo che il sindaco debba evitare - conclude - che Canne diventi una spugna che assorbe denaro e basta".
Della questione, intanto, è stata investita anche la Provincia di Barletta-Andria-Trani, il cui presidente Francesco Ventola ha scritto alla direzione regionale per i Beni culturali il 13 maggio scorso, dicendosi disponibile a ricercare fondi di finanziamento per realizzare interventi più importanti di conservazione e valorizzazione del sito archeologico. "Credo che si possa ricorrere - sostiene Ventola - a fondi europei".
Carmen Carbonara
Fonte: Corriere del Mezzogiorno - Bari
IL TESTO INTEGRALE DEL PROTOCOLLO D'INTESA COMUNE DI BARLETTA-SOPRINTENDEZA ARCHEOLOGICA DELLA PUGLIA PER CANNE DELLA BATTAGLIA...
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