Lo scrittore Ferruccio Gemmellaro, autore del volume "L'amante italiana di Annibale: Iride la salapina" e Fiduciario del Comitato per il Veneto, interviene a commentare le riflessioni di Tonino Guerra intervistato per la Gazzetta del Mezzogiorno dal collega Cosimo Damiano Damato.
L??articolo-intervista di Cosimo Damiano Damato che vede il nostro illustre Tonino Guerra così interessato alla piana di Canne merita ragguardevoli repliche.
31/05/2011. CANNE DELLA BATTAGLIA - TONINO GUERRA E IL SOGNO DEGLI ELEFANTI... PENSANDO A IRIDE, L'AMANTE SALAPINA DI ANNIBALE.
http://www.comitatoprocanne.com/newsDett.asp?news=7527
Personalmente, mi pregio inserirmi in coerenza con le sue riflessioni così ben trascritte dall??articolista; mi pregio, quindi, a mo?? di risposta, riproporre alcuni passi partecipi del testo a mia firma La pulzella delle specchie del 2001 Piazza Editore (volume esaurito e pertanto indenne da ogni velleità pubblicitaria).
1806 \...\ Il pastore, prima che il sole accorciasse le ombre, aveva già terminato di arrostire il capretto, farcito di timo, rosmarino e finocchietto; sventrato, squartato sopra una pietra levigata sovrapposta a due laterali, che con una spalletta, più bassa per l??esalazione del fumo, assiepavano un empirico impianto a piastra di cottura. ??Tra la campagna collinare intorno alla piana di Canne, dove tutto è un fiammeggiante di papaveri ?? esordì Cosimo ?? ci aveva fatto da copertura, sotto un temporale, un abitacolo, identicamente rizzato?? ?? È un dolmen ?? lo interruppe il pastore ?? la cella sepolcrale dei padri, eretta con lastre di calcare; se ne ha reminiscenza di almeno una trentina sparsi nella Puglia, con l??apertura ad oriente. Alti pressoché due metri, sono i più affascinanti semi della nostra storia. Le case dei morti, infatti, erano state un tuttuno con quelle dei vivi, perché si perpetuasse la coesistenza e il dolmen era il cardine delle cerimonie funebri, che sarebbe stato ripreso in età cristiana da camposanti dentro e prospicienti le chiese. La gente avrebbe anelato conservarne il legato generazionale, ma i preti ne fecero sconquasso, perché avrebbero potuto agevolare un rigurgito di miscredenti. Le leggi francesi infrangono quest??antichissimo retaggio, intombando le ossa estromesse dalle parrocchie e dalla cerchia muraria, così i nostri padri saranno morti per davvero. Tutti quei papaveri ?? divagò ?? sono i fiori imbevuti dalla rossa pletora dei morti in battaglia, che non vorrebbero il loro martirio annebbiato dal tempo, il quale rende gli uomini pervicaci negli errori. A Canne, sulle rive dell??Ofanto, ci fu una carneficina tra romani e cartaginesi e se contate quei papaveri corrispondono al numero dei trentamila militi che giacquero sul campo, uno per ciascuno \?\ \...\
Le genti che calano nel nostro martoriato meridione, s??ergono tutti all??essere gli invitati, ai quali spetta per grazia divina ?? e i papi ne sono stati i compari ?? di fruire delle nostre ricchezze, delle bellezze, femmine incluse, della cultura, del lavoro, delle nostre arti, dei nostri prodotti? sazi ed esausti, tramandano queste terre di conquista ad altri: furono i Longobardi a delimitarsi dapprima un Ducato di Benevento, che l??avrebbero consegnato ai Franco-normanni, agli Svevi, ai Francesi, agli Spagnoli, ai Borboni ed ancora ai Francesi mai rimpizzati, via via con ampliamenti e nuove denominazioni \...\ \ ...\
??Una comunità ?? riassunse ?? ove si permetta che le tradizioni siano sovrastate da altre, può disordinarsi e irrimediabilmente morirne. ?? La chiave del nostro destino, insomma, è nel passato? volle compendiare Carmela. ?? Per trarne la cultura necessaria a migliorare e progredire? \...\ \...\
La spoliata Puglia ha dovuto attendere la fine del secolo XX perché la Francia restituisse parte del bottino: è del 2 dicembre 1999 la rimessa ufficiale di 267 reperti archeologici maltolti ad Apulia, Egnatia e Daunia. La cerimonia diplomatica si è svolta a Roma nel museo di Palazzo Massimo \...\
Se avessi mosso questi personaggi del mio lungo racconto, in tetralogia con L??amante italiana di Annibale, Iride la salapina, nella coreografia delle vicende politiche italiane che oggi sopportiamo, non avrei certamente mutato un granché nelle loro riflessioni.
A essi ho fatto enunciare in metafora che un sito archeologico è come un cristiano tumulato: se più nessuno ci porta un fiore sulla tomba, prima o dopo sarà inghiottito dalla terra e cancellato dalla memoria.
Ferruccio Gemmellaro
Meolo (Venezia)