MENO 25 GIORNI AL 2 AGOSTO...
Va avanti senza sosta il "conto alla rovescia" nella nostra speciale macchina del tempo per martedì 2 agosto, 2227° anniversario della Battaglia di Canne del 216 avanti Cristo, quando Annibale ed il suo esercito affrontarono nella piana dell'Ofanto e sconfissero le otto legioni comandate dai consoli Lucio Emilio Paolo e Terenzio Varrone, che Roma gli aveva mandato contro per sbarrargli il passo dopo le vittorie, altrettanto micidiali, al Ticino, alla Trebbia ed al Trasimeno.
Ci accompagna in questo viaggio dal passato il racconto di Paolo Rumiz, autore del bellissimo libro "Annibale, un viaggio" (Feltrinelli editore) pubblicato a consuntivo di una serie di fortunati réportages pubblicati da Repubblica nel 2007, e che ringraziamo per questa opportunità di maggiore divulgazione culturale in rete, attraverso il Mediterraneo come ai tempi delle Guerre Puniche.
Il Comitato, nel corso di un'affollata bellissima serata culturale patrocinata dal Comune di Barletta, ha ospitato il noto giornalista ed inviato, nonché scrittore, a Palazzo Della Marra il 29 settembre del 2008.
Questa é la sesta puntata...
Gli storici lo prendono per imbecille, come se avesse affrontato i monti alla cieca. Ma lui aveva l'intelligence. La leggenda delle Alpi Gli elefanti e la memoria
dal nostro inviato PAOLO RUMIZ
Un tuono cupo, poi una gigantesca valanga deborda dai picchi, precipita, esplode, riempie l'aria di pulviscolo iridescente, genera un soffio gelido che mi investe e alla fine mi sveglia in un lettone francese che non conosco. E' l'effetto ipnotico delle letture di Polibio: sono ancora vicino al Rodano, sulle colline attorno a Vaison-la-Romaine, ma la mente è già sulle Alpi. Ho addosso una strana inquietudine. E' come se fossi sempre in leggero ritardo su di Lui. Trovo la cenere ancora calda dei suoi bivacchi, l'eco delle voci della sua retroguardia, l'odore delle bestie da soma; ma Annibale - magari per un soffio - è regolarmente più avanti di me. E' chiaro, sto andando alla cieca. So a malapena che, passato il Rodano, Lui non imbocca la via maestra della Durance, ma fila a Nord lasciando con un palmo di naso i Romani che l'aspettano in Provenza. Va là dove nessuno oserebbe inseguirlo, tra i Celti transalpini. Ma qui nasce il problema: dopo Orange ogni strada diventa buona. L'Isère, la Drome, l'Aigues, le valli della Tarantaise e della Maurienne. Ho individuato almeno otto passaggi divisi in infinite varianti, ciascuna delle quali sostenuta da questo o quello storico, da questa o quella azienda di soggiorno. Dalle Marittime alle Graie, venti passi alpini mi chiamano dicendo: "HANNIBAL EST PASSE' ICI".
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http://www.repubblica.it/2007/08/speciale/altri/2007annibale/annibale-6/annibale-6.html
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