- 11 GIORNI AL 2 AGOSTO...
Meno 11 giorni. Mancano ormai una manciata di giorni nel "conto alla rovescia" della nostra speciale macchina del tempo per martedì 2 agosto, 2227° anniversario della Battaglia di Canne del 216 avanti Cristo, quando Annibale ed il suo esercito affrontarono nella piana dell'Ofanto e sconfissero le otto legioni comandate dai consoli Lucio Emilio Paolo e Terenzio Varrone, che Roma gli aveva mandato contro per sbarrargli il passo dopo le vittorie, altrettanto micidiali, al Ticino, alla Trebbia ed al Trasimeno.
Ci accompagna in questo cammino dal passato il racconto di Paolo Rumiz, autore del bellissimo libro "Annibale, un viaggio" (Feltrinelli editore) pubblicato a consuntivo di una serie di fortunati reportages pubblicati da Repubblica nel 2007, e che ringraziamo per questa opportunita' di maggiore divulgazione culturale in rete, attraverso il Mediterraneo come ai tempi delle Guerre Puniche.
Il Comitato, nel corso di un'affollata bellissima serata culturale patrocinata dal Comune di Barletta, ha ospitato il noto giornalista ed inviato, nonche' scrittore, a Palazzo Della Marra il 29 settembre del 2008.
Questa e' la ventesima puntata...
IL VIAGGIO/20.
Di quando Annibale venne ospitato dai Brettii sulla Sila. Una volta tornato in Africa, per il popolo dei boschi fu il tempo delle punizioni. I montanari maledetti
dal nostro inviato PAOLO RUMIZ
Tra Puglia e Basilicata finisco in un trappolone segnaletico, un labirinto di cartelli con direzioni tentatrici tipo Eramo Marzagaglia, Pizziferro Monsignore, Gemmabella o Masseria Bellaveduta.
Tutte mi sussurrano "Vieni" come le sirene, e mi allontanano dalla mia meta, lo Jonio e le Calabrie, ultimo rifugio di Annibale in Italia. Chiedo la strada a degli anziani seduti a filosofare sotto un pergolato.
E' Italia del Sud, ma potrebbe essere Grecia profonda. "E che ci vai a fare in Calabria Saudita?" ghignano. "I calabri bestie sono. Hanno crocefisso Nostro Signore". Sto al gioco: "M' hanno detto di questa storia, e mi piacerebbe saperne di più". Ovviamente non ne ho mai sentito parlare.
"Hai presente quelli che hanno piantato i chiodi? Erano calabresi". E giù a mimare il martello ridacchiando come comari. Il viaggiatore inglese Patrick Fermor ebbe istruzioni altrettanto allarmanti quando chiese notizie del selvaggio monte Taigeto ai contadini della Laconia. Ora fiuto la stessa diffidenza "altimetrica" dei Greci.
"Prendi per San Basilio, poi Madonna del Carmine, e poi giù a Marina di Castellaneta. E poi nnand... nnand... chiù nnand sciam e chiù n' Calabr sciam", più avanti siamo e più in Calabria siamo. E con la mano indicano una fosca direzione mitologica oltre la malaria del Metaponto, oltre le frane della Lucania, le fiumare desertiche del Pollino e le terre roventi del Crati.
L'ultima roccaforte del Cartaginese, il bastione della Sila. Annibale e Cristo si incontrano in Calabria? Mah. Scendo verso lo Jonio e il mistero aumenta. La segnaletica ignora la direzione Sud. C' è solo l'Est. Taranto. Brindisi. Lecce. La Calabria scompare. Ecco perché mi sono perduto.
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http://www.repubblica.it/2007/08/speciale/altri/2007annibale/annibale-20/annibale-20.html
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