- 9 AL 2 AGOSTO...
Meno 9 giorni. Mancano ormai solo otto giorni nel "conto alla rovescia" della nostra speciale macchina del tempo per lunedi' 2 agosto, 2226° anniversario della Battaglia di Canne del 216 avanti Cristo, quando Annibale ed il suo esercito affrontarono nella piana dell'Ofanto e sconfissero le otto legioni comandate dai consoli Lucio Emilio Paolo e Terenzio Varrone, che Roma gli aveva mandato contro per sbarrargli il passo dopo le vittorie, altrettanto micidiali, al Ticino, alla Trebbia ed al Trasimeno.
Ci accompagna in questo cammino dal passato il racconto di Paolo Rumiz, autore del bellissimo libro "Annibale, un viaggio" (Feltrinelli editore) pubblicato a consuntivo di una serie di fortunati reportages pubblicati da Repubblica nel 2007, e che ringraziamo per questa opportunita' di maggiore divulgazione culturale in rete, attraverso il Mediterraneo come ai tempi delle Guerre Puniche.
Il Comitato, nel corso di un'affollata bellissima serata culturale patrocinata dal Comune di Barletta, ha ospitato il noto giornalista ed inviato, nonche' scrittore, a Palazzo Della Marra il 29 settembre del 2008.
Questa e' la ventiduesima puntata...
IL VIAGGIO/22.
A Zama i romani costretti all'inseguimento. Ma infine i veterani di Scipione sconfiggeranno il nemico. Il momentaneo capolavoro in quella grande battaglia
dal nostro inviato PAOLO RUMIZ
Tunisia. Colline steppose, mulinelli di polvere, greggi. Lo stradone per Zama punta a Sud, decolla e plana nelle turbolenze d'asfalto tra venditori di galline e meloni enormi come turbanti, s'infila sotto le arcate di un acquedotto romano (restaurato dagli Arabi) rimasto in funzione fino al 1300.
Il campo di battaglia è annunciato da donne berbere, ragliare di asini nei campi infuocati, villaggi con piccoli minareti quadrati e nude montagne. La Numidia è tutta un campo di battaglia, terreno per cavallerie e grandi manovre. Fiume Medjerda, ponte di Fahs, l'antica Sicca Veneria col tempio di Astarte dove sacre prostitute si diedero ai forestieri.
L'archeologo Piero Bartoloni guida in stato di trance sulla stessa strada di Scipione, indica alla sua sinistra - oltre una montagna detta Zaghouan - la "linea di convergenza" seguita da Annibale dalla costa fino al nemico, sull'altopiano di Numidia. Potrebbe guidare anche a occhi chiusi; conosce il posto come nessuno.
Scava il campo della morte dal '96, primo dopo duemila anni di oblio. Paracarri di pietra indicano "Jema", un grosso villaggio su una valle oblunga coltivata a orzo. Lì si è combattuto, giusto sotto le rovine sepolte di Zama Regia, su una terra che ha masticato e digerito centinaia di migliaia di punte di freccia senza restituire più nulla.
"Dimmi se questa non è una valle per cavallerie!" esulta Pietro. Ed è vero: Zama è meglio di Waterloo, meglio di Solferino. E' l'archetipo perfetto dei campi di battaglia. Ha un'eco speciale, come se portasse impressa per sempre l'acustica dell'evento. "Io li vedo", sussurra Bartolini nel vento. "E se chiudo gli occhi li sento".
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http://www.repubblica.it/2007/08/speciale/altri/2007annibale/annibale-22/annibale-22.html
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