10/08/2011. UN’ESTATE FA… BUON FERRAGOSTO DA BARLETTA E DAL BRIGANTINO SULLA SPIAGGIA DI LEVANTE!.
Il Brigantino, a Barletta, spiaggia di levante. E’ come un tuffo nella memoria il sottile piacere di raccontare questa piccola grande storia del nostro luogo d’incontro, un vero e proprio “Amarcord”.
Nel film di Fellini è indimenticabile quella stupenda ripresa evocatrice di una notte estiva di luna piena sul mare, dove il leggendario transatlantico Rex, tutto illuminato dal gran pavese delle mille luci di bordo sullo sfondo dell’inquadratura ricostruita negli studi a Cinecittà, scivola via maestoso, da Venezia verso l’aperto Mediterraneo, salutando con l’urlo della sua sirena i riminesi andati a festeggiarlo da vicino vicino sulle loro barche a remi…
Proprio come in un film, Il Brigantino ha saputo mantenersi d’attualità nella sua poliedrica vita, da stabilimento balneare a raffinato e ricercato ristorante, da centro convegni ai grandi spazi per grandi eventi.
Erano i ruggenti anni Trenta in quell’Italia al cinema come ce li offre il grande maestro Fellini dal suo album di emozioni.
Ma nell’estate di quel 1934, settantasette anni fa, doveva apparire proprio così agli occhi dei barlettani, giusto come un favoloso transatlantico all’ormeggio, lo chalet della Casina del lido di levante, elegante struttura prima in legno, poi in cemento armato e pietra di Trani, concepita dall’ing. Arturo Boccassini secondo i dettami stilistici del tempo, con anticipatrici e quanto mai solide soluzioni edilizie destinate a durare: un complesso realizzato con l’idea-progetto di affacciarsi dalla sua balaustra slanciata sull’Adriatico (quello vero, di casa nostra) esattamente come dal ponte di una nave in crociera che si protendeva sul dorato sabbioso arenile esteso a perdita d’occhio.
Se il Rex però non approdò mai sulla riviera romagnola, nemmeno grazie al sogno felliniano, Il Brigantino, sulla litoranea di levante a Barletta, è divenuto da allora una componente ferma ed inconfondibile del paesaggio costiero del basso Adriatico e di quello cittadino in particolare. Difficile immaginarselo senza….
E’ potuto accadere grazie alla lungimiranza ed al sogno barlettano della famiglia Nigro, originaria della Lucania ma pioniera e prima scopritrice di questo tratto di spiaggia sposatosi allo sviluppo urbanistico della Barletta di quegli anni: dagli arenili coltivati e raggiungibili con difficoltà magari a piedi od in calesse, fu proprio la scelta di costruirvi la Casina del lido a dettare la realizzazione del viale Regina Elena, la bella strada litoranea carrozzabile che inizia vicino al Castello normanno-svevo con un cippo miliare di stile antico romano (era la moda del tempo), proseguendo poi su asfalto e marciapiedi fino agli stabilimenti balneari, ed oltre.
Allora, fu una svolta di autentico progresso sotto ogni punto di vista, capace di segnare il futuro e, a giudicarla settant’anni dopo, si commenta con dati di fatto: fu proprio il turismo, inteso come nuovo filone delle nascenti attività economiche ispirate all’ambiente naturale ed alla riscoperta delle nostre belle spiagge da parte dei privati imprenditori (su temi quali svago, abbronzatura, giochi, cura del corpo, acqua pulita, sabbia incontaminata) ad “obbligare” gli enti pubblici a portare strade, acqua e fogna laddove appena pochi anni prima c’erano solo campagna ed ortalizi.
La Gazzetta del Mezzogiorno in Terra di Bari, sola ed unica pagina per l’intera provincia, ne descriveva (non senza enfasi) i momenti più belli: con la visione in lontananza del Gargano, il luccichìo delle navi alla banchina nel porto ed i caratteristici trabucchi pronti a calare le reti nel mare (allora) pescoso anche sotto costa, dalla balconata del Brigantino signorilmente affacciata su questo pezzo di Adriatico si aprivano le gaie feste danzanti per tutti alla luce dei lampioncini, protagonista di prima serata la bella società in uniforme e camicia nera sotto lo smoking bianco, le toilettes delle signore-chic, qualche aria celebre di musica lirica mista alle melodie intriganti delle orchestrine a ritmo sincopato.
Di personaggi e di circostanze da far notizia, il diario del Brigantino, in sodalizio con tutta Barletta, ne avrebbe da riempire un libro suo tutto intero ma ne scegliamo ancora solo alcune fra le più attuali.
Sempre sul filo dei ricordi sul grande schermo, anni più tardi e mutato il clima sociale, da questa stessa balaustra del Brigantino ritroviamo affacciata Fanny Ardant nel film “Desiderio” (1984), diretto dalla regista barlettana Anna Maria Tatò amica nella vita e compagna d’arte di Marcello Mastroianni. L’obiettivo parte dal mare in profondità e indugia nel primo piano sul suo volto bellissimo mentre l’attrice francese sorseggia una fresca bibita servita da un inappuntabile cameriere e rammenta la propria infanzia fra le masserie di Canne della Battaglia e le apparizioni oniriche dei fantasmi di casa, la “guria” e “u’ scazzamuridd”.
In altalena tra realtà e fantasia, sogno e memoria, una full immersion nello spirito della mediterraneità che ebbe di lì a poco un’eco ancor più nobile e grandiosa con un’altra grande firma della cultura italiana ospite coi Lions al Brigantino.
Correva sempre quel meraviglioso anno 1984 che la Famiglia Nigro intese rendere omaggio a Giuseppe De Nittis nel centenario della morte pubblicando in tiratura limitata “A tavola con De Nittis ed i suoi amici” , ricerca destinata ad approfondire i legami fra la convivialità pugliese che il celebre pittore elargiva a piene mani nella casa-atelier di Parigi con la sua arte impressionista: un anno intero scandito dal menù denittisiano e dai meeting Lions a tema.
L’anno dopo, nel 1985, Franco Zeffirelli dirigeva nei sotterranei del Castello a Barletta il suo spettacolare film-opera “Otello” con Placido Domingo nei panni del moro di Venezia ed una eterea Katia Ricciarelli alias Desdemona. Fra un ciack e l’altro, il regista fiorentino è ospite di una mondanissima serata nel salone grande del Brigantino due dove, intervistato dal sottoscritto per parlare della musica di Verdi e della sua direzione cinematografica, si lasciò scappare (da par suo) la notizia-gossip, l’annuncio che avrebbe fatto il giro della stampa: Pippo Baudo è l’uomo della Ricciarelli, stanno insieme e fra poco si sposeranno!
Momenti ed attimi passati all’archivio della città: nei suoi primi settant’anni, per Barletta Il Brigantino, col suo rinnovato look terzo millennio, è stato tutto questo ed anche di più. Grazie. Ma la sua e la nostra storia, per fortuna, continuano ancora…
Mio padre Biagio, artista pittore di cui ad ottobre si compiranno i cento anni dalla nascita, prematuramente scomparso a soli 54 anni nel 1965, un paio di anni prima, nell'estate del 1963, dipinse un Brigantino coi colori caldi di una bella mattinata d'inizio luglio, quella terrazza che oggi si affaccia sullo stesso Adriatico con forme diverse e più moderne.
Il piccolo omaggio, mio e della mia Famiglia, alla Famiglia Nigro ed a tutti coloro che possono ricordare... un'estate fa!
Nino Vinella, giornalista Barletta, Agosto 2011
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