Tutta l'area dell'attuale salina di Margherita di Savoia e quella che gravita intorno ad essa risulta fortemente antropizzata dal Neolitico all'epoca romana e medievale. Allo stato attuale della ricerca, il territorio, fatta eccezione per gli Ipogei di Trinitapoli, si presenta poco studiato, ma anche in forte degrado e abbandono.
Continue segnalazioni in merito giungono presso la sede di Legambiente-Margherita di Savoia, per questo è doveroso sottoporre il problema all'opinione pubblica. In particolare rivolgiamo un appello ai nuovi vertici della salina, probabilmente all'oscuro della presenza di siti come Vasche Napoletane, che costituiscono la preistoria della salina, o Villa San Vito, una delle prime ville romane della Daunia, e ancora di Carmosina, in cui fu rinvenuta una villa-peschiera di epoca romana, e di Castello, toponimo che ricorda i resti non più visibili di un castello federiciano del XIII sec.
I siti appena citati sono a forte rischio scomparsa a causa di lavori di manutenzione, canalizzazione o in stato di deterioramento e preda di tombaroli: è giusto che chi trae profitto dallo sfruttamento dei bacini saliferi debba anche salvaguardare la storia che giace all'interno di essi e, perché no, promuoverne lo studio anche con la realizzazione di una carta archeologica dell'area, che valorizzi la fruizione della salina dove possibile.
RITA DI GAETANO (Legambiente Margherita di Savoia)
Fonte: CorriereOfanto.it
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