13/09/2011. CONTROINFORMAZIONE SUL MESE DELLA MEMORIA A BARLETTA: VERGOGNA E RABBIA PER CAPOSALDO CITTIGLIO, ALCOVA DI PROSTITUTE DOVE SI SACRIFICARONO PER LA PATRIA GLI SCONOSCIUTI EROI DELLA RESISTENZA AI NAZISTI.
Ho avuto un fitto scambio via facebook con l’amico avvocato Francesco Morelli, figlio del compianto sindaco democristiano Michele negli anni Settanta, sul merito delle celebrazioni organizzate dall’Archivio della resistenza e della memoria a proposito del Sacrario che raccoglie i resti mortali di tanti soldati slavi ospitati a Barletta da oltre Adriatico nelle ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale.
Con Francesco Morelli ho condiviso, pur apprezzando il suo appassionato personale impegno nel fornire l’ampio materiale fotografico visionabile nella mostra allestita in galleria al teatro Curci e ricavato dall’archivio di suo padre artefice della realizzazione del monumento-ossario nel 1970 sulla scia dei buoni rapporti Italia-Jugoslavia, alcune osservazioni sulla politica “doppiopesista” adottata in queste come in altre circostanze nel raccontare certi fatti storici oscurandone altri (forse ritenuti non corretti politicamente sotto il sole dell’amministrazione comunale vigente).
Tralascio di riferire qui le numerose lagnanze di tantissimi barlettani indignati per come giustamente si ricordino i caduti slavi ma si dimentichino i martiri italiani delle foibe nel periodo dell’occupazione titina di Trieste ed Istria: cosa di cui mi occuperò prossimamente nella richiesta di uguale giustizia a sinistra come a destra, secondo il dettato del Capo dello Stato Giorgio Napolitano e secondo quanto trasmessoci nel suo libro da mons. Giuseppe d’Amato, spesso bollato come prete fascista da certi ambienti culturali di estrema sinistra, ma che pure in quell’ultimo capitolo si occupò di quanti avevano combattuto ed erano morti dall’altra parte. Una visione bipartisan quanto mai bene accetta di questi tempi.
Oggi mi occuperò per l’ennesima volta da questo spazio informativo dello scempio in cui viene colpevolmente tenuto Caposaldo Cittiglio, divenuto alcova e lupanare di prostitute sempre più in aumento, indegno biglietto da visita per una città come Barletta che glorifica a chiacchiere questi luoghi e questi episodi ma che furbescamente nei fatti svia i contenuti e si applica grottescamente nelle parate di circostanze.
Anche l’ultimo superstite di quei soldati, il tenente Gianni Ghersi sceso dalla sua Sanremo alla bella età di 90 anni, si è detto sorpreso e addolorato dello stato in cui versa il “suo” caposaldo Cittiglio, stato d’animo riconfermatomi poco prima di ripartire dopo aver partecipato alle commemorazioni del 12 settembre.
Al sindaco ed all’attuale responsabile dell’archivio della resistenza e della memoria chiedo dunque pubblicamente ancora una volta sperando che la loro sordità passata sia pari alla voglia presente di provvedere:
1) l’immediata pulizia e bonifica del “viale delle prostitute”, come ormai tristemente è noto quel pezzo di asfalto che dall’imbocco della strada Salinelle porta al nuovo cavalca ferrovia e poi a Canne della Battaglia sull’arteria dove tanti turisti in questa stagione vengono accolti da donne discinte ed in atteggiamenti espliciti offensivi per l’innocenza dei più piccoli e la cattiva coscienza dei più grandi;
2) la chiusura con inferriate del ponte dove ancora oggi, ancora in queste ore di vendemmia i cosiddetti clienti vengono accolti in ogni momento dalle prostitute nel luogo dov’è affissa una lapide che sembra irridere al sacrificio di tanti soldati morti;
3) la confisca per uso di pubblica utilità e decoro delle aree circostanti con interdizione immediata ai non residenti con sbarre.
Si apprende da fonti di polizia della prossima installazione di telecamere di sorveglianza, di cui una proprio in questo luogo.
Il Comune (se esiste anche per questi scopi al di là delle passerelle cerimoniali e cerimoniose) si occupi delle sua competenze e ci eviti il doloroso fastidio di intervenire ancora sulla questione.
Nino Vinella Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia Barletta
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