13/02/2006. Varato il ''Codice dell'Ambiente''.
Varato il ''Codice dell'Ambiente'': il Consiglio dei Ministri ha dato il via libero definitivo, in terza lettura, al decreto legislativo sull'ambiente che razionalizza la normativa ambientale in sei settori chiave. Piu' di 700 pagine, 318 articoli e 45 allegati per riordinare le eco-norme. Tra le novita' incentivi alle rinnovabili al Sud e rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori in alcuni settori ambientali. Introdotti anche tempi certi per i procedimenti di Valutazione di impatto ambientale. ''Una grande riforma di legislatura, attesa da molti anni - ha detto il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli - che ho fortemente voluto per far uscire l'ambiente da un caos normativo in cui troppo spesso hanno potuto prosperare gli eco-furbi. Ora il cittadino e l'imprenditore potranno avere a disposizione un Codice dell'Ambiente chiaro e razionale che permettera' di compiere quel salto di qualita' indispensabile per una reale tutela dell'ambiente''. Il disegno di legge di delega e' stato approvato per la prima volta in Consiglio dei Ministri il 9 agosto del 2001 e ha concluso il suo iter parlamentare il 24 novembre del 2004. La Commissione di saggi istituita ad hoc per la scrittura dei testi ha concluso il suo lavoro a settembre del 2005. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo in prima lettura il 18 novembre 2005 ed in seconda lettura il 19 gennaio 2006. In particolare, il Codice ambientale nazionale recepisce otto direttive comunitarie ancora non entrate nella legislazione italiana nei settori oggetto della delega; accorpa le disposizioni concernenti settori omogenei di disciplina, in modo da ridurre le ripetizioni; abroga cinque leggi, dieci disposizioni di legge, due decreti legislativi, quattro d.P.R., tre d.P.C.M. ed otto decreti ministeriali, cui sono da aggiungere le disposizioni gia' abrogate e di cui viene confermata l'abrogazione da parte dei decreti delegati. Forte impegno e' stato fissato per le rinnovabili con priorita' di interventi finanziari per incentivare le fonti pulite al Sud, soprattutto nell'ottica di raggiungere gli obiettivi di Kyoto. Con il testo unico sull'Ambiente si rimette ordine anche al sistema acque con la nascita dei distretti idrografici mentre viene stabilito il principio del silenzio-rifiuto sulle infrastrutture. Nasce inoltre l'Authority per l'acqua e i rifiuti creando cosi' due sezioni al posto del vecchio Comitato di vigilanza sull'uso delle risorse idriche e dell'Osservatorio nazionale rifiuti. Piu' potere inoltre alle Province in materia di rifiuti. Il Codice dell'Ambiente stabilisce anche regole di tutela maggiori per i lavoratori nei settori dell'acqua e dell'igiene urbana. Il testo ha subito un lungo iter istituzionale al termine del quale il Governo ha recepito tutte le condizioni poste dalle Commissioni parlamentari.
(Fonte: ANSA).
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