Il Mediterraneo come un unico grande mercato interno, da collegare con un fitto reticolo di relazioni fra istituzioni, imprese e banche. Un bacino di domanda dal potenziale crescente nel quale l’Italia si candida a giocare un ruolo da pivot. Lo fa lanciando una vera e propria missione verso il Mediterraneo che parte da Palermo con il Forum economico del Mediterraneo dal 19 al 21 febbraio.
Organizzato da Confindustria, Ice, Abi e con la collaborazione del Ministero degli Esteri, di quello delle Attivita’ Produttive, della Regione Sicilia e dall’ UMCE, l’Unione della confederazioni degli imprenditori del Mediterraneo, vedra’ riuniti nel capoluogo siciliano oltre 250 imprese italiane e altrettante a rappresentare i 13 Paesi della sponda sud del Mediterraneo.

Dopo aver guardato ad est spingendo in Cina,India e Turchia, l’attenzione di imprese e banche, l’Italia questa volta ospita in casa attuali e potenziali partner commerciali, proponendosi come punto di riferimento attraverso l’ormai consolidato modello ‘sistema Italia’.

Nei primi nove mesi del 2005 l’interscambio dell’Italia con Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia e Territori palestinesi ha coperto il 19,8% dell’import-export dell’Unione europea con queste nazioni, per un controvalore complessivo di 31,5 miliardi di euro. Segue la Francia con una quota del 18,5% di scambi Ue e 29,4 miliardi di controvalore. Terza la Germania con il 18,1% a 28,9 miliardi di euro.

Nettamente staccate le altre economie europee: la Spagna è quarta con una quota di interscambio mediterraneo del 9,8% a 15,6 miliardi di euro, il Regno Unito quinto con l’8,4% a 13,4miliardi, il Belgio sesto al 7,2% a 11,4 miliardi e l’Olanda settima al 6% e 9,5 miliardi. Poi vi è un’altra netta frattura, tanto che da sola la città di Milano (2,2% dell’interscambio mediterraneo europeo e 3,5 miliardi di controvalore) batte le altre nazioni della classifica: Grecia (1,9% dell'import export, 3,1 miliardi), Svezia (1,6%, 2,4 miliardi) e Austria (1,4%, 2,2 miliardi).

E’ questo lo scenario su cui il fronte italiano si presenta forte degli accordi di collaborazione e intercomunicazione stabilite tra gli enti pubblici italiani. Il recente accordo, siglato lo scorso 25 gennaio alla convention dell’Ice a Milano, da sette soggetti impegnati nei progetti di promozione per le imprese: Ice, Enit, Sace, Simest, Sviluppo Italia, , Ipi e Buonitalia, consegna all’appuntamento di Palermo un elemento in piu’ per testare la nuova capacita’ di penetrazione dei prodotti e delle imprese italiane sui mercati esteri.

A conferma dello schema di strategia operativa integrata gia’ ormai collaudato, a Palermo dodici delle principali banche italiane saranno al fianco dell’ampia delegazione di imprenditori: San Paolo IMI, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Popolare di Verona, Banca Intesa, Banca Popolare di Milano, Banco di Sardegna, Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Banca Antonveneta, Gruppo Monte dei Paschi di Siena, Mediobanca, Banca Popolare di Vicenza, Banca Sella, Banca di Roma, Banco di Sicilia, Ubae (Arab Italian Bank), con l’adesione anche di società dei sistemi di pagamento come Sia, Seceti, SSB e Siteba.

Lo schema del Forum ripercorre le tracce delle precedenti missioni-paese con gli incontri bilateraliai quali e’ dedicata l’intera seconda giornata palermitana, con particolare attenzione al comparto manifatturiero, al sistema dei servizi, a quello fieristico e al settore della comunicazione e informazione.

Fonte: www.ANSA.it