27/11/2011. L'ANIMA DELLA PAROLA - UN CONTRIBUTO DELLO SCRITTORE FERRUCCIO GEMMELLARO NEI CENTOCINQUANT'ANNI DALL'UNITA' D'ITALIA FRA LINGUA NAZIONALE E DIALETTI.
Omologando la lingua all’umanità, ogni parola ha la propria anima.
Essa sopravvive alla parola quando questa si, estingue e va a ricomporsi in altre nuove voci.
Dialetti o Lingue regionali?
I dialetti italiani settentrionali si possono classificare in - Gruppo galloitalico comprendente i dialetti piemontesi, lombardi, liguri ed emiliano-romagnoli.
- Gruppo veneto comprendente il friulano. - Trentino.
I dialetti italiani centro-meridionali sono i seguenti:
- Toscano, discriminato da tutti gli altri per un’impronta conservatrice; di tipo toscano sono i dialetti parlati in Corsica - Gruppo marchigiano \ umbro \ laziale settentrionale comprendente Roma. - Gruppo abruzzese \ molisano \ pugliese centro-settentrionale \ laziale meridionale \ campano \ lucano.
Il dialetto letterario standardizzato di Napoli è riconosciuto come lingua dall'UNESCO. La lingua napoletana (napulitano), pertanto, è classificata in idioma regionale romanzo*.
- Gruppo pugliese meridionale (salentino) \ calabro \ siculo. - Gruppo sardo \ catalano \ tabarchino
Oggi, in un’ottica socio-politica, si potrebbe tendere a definire i dialetti Lingue regionali o Idiomi regionali in subordine alla Lingua nazionale; ne sono i naturali discendenti quando non direttamente dalla lingua madre, il latino, o veri e propri omologismi, vedi schei quale volgarizzazione veneta di un termine appartenente al lessico straniero, in questo caso Scellino dal germanico Skilling, vedi tabùto corrente nel volgare siciliano dal lessico arabo Tabut, la cassa da morto.
Alla lingua ufficiale di stato, comunque, apparterrebbero le Lingue satelliti riconosciute da decreti, quali albanese (arbësh), carnico e carinziano, catalano, cimbro, gallo romanzo* con gallo italico e franco-provenzale (occitani, gli eredi della lingua d’oc), grecanico (grico e romaico), ladino, mocheno, sloveno e serbo-croato, tabarchino (ereditato dalla lingua di Nueva Tabarca in Spagna), tirolese, walser, infine, manush, turchi, armeni... tendenze artistiche e culturali, comportamenti tradizionali, abitudini sociali, ereditati dai greci, dagli albanesi, dagli arabi, spagnoli, francesi, austriaci… e non è finita poiché, oltre a questi popoli stanziatisi storicamente, il fenomeno di un biblico esodo di gente extracomunitaria (fuori della comunità europea), rifugiatasi nella penisola per fame, per rivoluzioni intestine, per guerra, ha incrementato notevolmente la presenza straniera e le lingue aliene, dalle quali, in un futuro, la nostra lingua trarrà fatalmente dei nuovi esotismi e omologismi, questi i vocaboli stranieri italianizzati, insomma la loro promozione nel nostro lessico; come d’altronde è già accaduto, qualificandolo culturalmente.
* Il termine Romanzo è attinto alla locuzione latina Romanice loqui “parlare latino” (cioè non barbaro “straniero”) attraverso il provenzale Romanz e per Lingua romanza o Idioma romanzo s’intende essere in relazione linguistica e culturale con il latino.
FERRUCCIO GEMMELLARO
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