Un mirato servizio di controllo del territorio, finalizzato al contrasto della prostituzione e dell'immigrazione clandestina è stato svolto nel territorio del comune di Barletta dai Carabinieri della locale Compagnia e della Stazione di Canosa di Puglia.
I controlli, eseguiti al fine di garantire maggiore sicurezza alla circolazione stradale, messa in pericolo dai frequentatori di prostitute che stazionano lungo le principali arterie stradali in abiti succinti, hanno consentito di trarre in arresto una persona e denunciarne altre due.
In particolare ieri pomeriggio a finire in manette è stato il 40enne barlettano Donato Chiumarulo, già noto alle Forze dell'Ordine, sorpreso dai Carabinieri della Compagnia di Barletta, ad accompagnare sul "luogo di lavoro" alcune lucciole.
L'uomo, bloccato in compagnia di una di esse mentre a bordo della sua autovettura si aggirava lungo la strada provinciale 142 per Canne della Battaglia, è stato trovato in possesso di alimenti vari custoditi nel vano portabagagli dell'auto, che sarebbero dovuti servire per le donne.
Inoltre nella sua disponibilità i militari hanno trovato un block notes con i nomi delle donne in corrispondenza dei quali il 40enne aveva appuntato tutto ciò di cui necessitavano.
Nell'abitacolo del mezzo, pacchi di sigarette, ricariche telefoniche, 150 euro in contanti, integratori e stimolanti. Sul suo cellulare i Carabinieri hanno accertato dei contatti avvenuti con alcune delle donne. Il tutto è stato sottoposto a sequestro mentre il 40enne, dovendo rispondere di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, su disposizione della Procura della Repubblica di Trani, è stato associato presso la locale casa circondariale.
Nei confronti delle "lucciole", sette rumene di età compresa tra i 18 ed i 37 anni, sono state avviate le procedure per l'adozione del foglio di via obbligatorio.
A Canosa di Puglia invece, i militari della locale Stazione hanno deferito in stato di libertà, con l'accusa di favoreggiamento della prostituzione, un rumeno sorpreso ad accompagnare sul "luogo di lavoro", la strada statale 93, una connazionale 19enne, denunciata per atti contrari alla pubblica decenza.
Fonte: Ufficio Stampa Comando Provinciale Carabinieri
IL COMMENTO DEL NOSTRO DIRETTORE...
La notizia fa doppiamente effetto. Primo e fondamentale risultato: operazione di "bonifica" da parte dei carabinieri sul nostro territorio provinciale squallidamente coinvolto dalle dinamiche di una prostituzione esibita e sfrontata, come pure dell'immigrazione clandestina che mercifica il corpo delle donne.
Un segnale forte, forte come altrettanto significativa fu la precedente attività svolta dalla Polizia di Stato nei mesi scorsi a contrasto del fenomeno che invade e scandalizza le nostre coscienze.
A tutto ciò, si aggiunge che la notizia arriva proprio nel Giorno della Memoria e delle collegate manifestazioni indette dall'Archivio della Resistenza: molto più di una semplice coincidenza, visto il particolare e circostante "scenario" storico nel quale le cosiddette "schiave del sesso" ed i loro protettori agivano finora.
Parlo di Caposaldo Cittiglio, luogo strettamente connesso ai fatti del settembre 1943, più volte da noi del Comitato preso ad esempio di come ipocritamente (da parte delle istituzioni preposte e/o delle loro "agenzie" esecutive) si fossero potute attuare iniziative di alto profilo rappresentativo con la partecipazione, ad esempio, degli studenti, mentre nel lato oscuro si arrivava a tollerare il suo "utilizzo" quale meta di appuntamenti delle prostitute proprio sotto l'ultimo arco del vecchio ponte sull'Ofanto con tanto di lapide commemorativa in ricordo dei militari caduti!
Uno stridentissimo contrasto evidenziato anche durante la visita a settembre scorso dell'ultimo superstite, il sottotenente Gianni Ghersi da Sanremo: un luogo profanato dalle prostitute ed oltraggiato senza vergogna... tanto da apparire irriconoscibile a chi ci aveva operato da giovane ufficiale dopo l'armistizio dell'8 settembre e ci aveva visto morire tanti compagni, tanti italiani.
Un pubblico elogio va dunque ai Carabinieri per la loro opera, doppiamente meritoria: come attività di repressione e come doveroso "risarcimento" alla memoria dei loro commilitoni in divisa sacrificatisi fino alla morte contro i tedeschi in quegli stessi luoghi.
Al resto ci dovrebbe pensare il Comune di Barletta... se ne ha memoria davvero!
Nino Vinella
Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia
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