Non piace il «Progetto di allestimento
del Palazzo Della Marra», nè quello relativo al Castello: sotto accusa le destinazioni d'uso previste.
L'artista nasceva oggi, 160 anni fa. La rassegna prevista per marzo ancora in forse: fondi cercansi. E l'Archeoclub contesta il lifting a Palazzo Della Marra: troppi spazi per le cene, pochi per i quadri BARLETTA - Per Giuseppe De Nittis, se vivesse, quello di oggi sarebbe il momento dei festeggiamenti: 160 anni dalla nascita (25 febbraio 1846) e tanti auguri. Così non è e dunque si cambia menu: al posto della torta, un contorno di polemiche, sia sulla mostra (11 marzo- 2 luglio 2006 a Barletta, con opere di De Nittis e Tissot), sia sul «Progetto di allestimento museografico del Palazzo Della Marra». In «cucina», per i due aspetti, l'Archeoclub di Barletta. «Stiamo seguendo con particolare attenzione le vicende legate al finanziamento regionale del Polo Museale della Città - è detto in una nota dell'associazione, firmata da Pietro Doronzo - e alla conseguente realizzazione del "Progetto di riorganizzazione e allestimento museografico del Castello" e del "Progetto di allestimento museografico del Palazzo Della Marra". Abbiamo notevoli perplessità sia su queste scelte sia sulle destinazioni d'uso previste in entrambi gli immobili».
Cene di gala - La metafora utilizzata in apertura d'articolo diventa calzante. Già, perché il progetto relativo al Palazzo Della Marra contiene riferimenti a pranzi e cene, ricevimenti di gala e piccoli spuntini. Riferimenti che l'Archoclub contesta senza risparmiarsi. «Gli spazi effettivamente destinati all'esposizione delle collezioni museali cittadine sono, di fatto, estremamente ridotti, a vantaggio di non definiti spazi riservati a mostre temporanee previsti in entrambi gli immobili. Tale scelta - prosegue Doronzo - determina conseguenze ritenuti particolarmente gravi. Nel caso di Palazzo della Marra, alla Pinacoteca De Nittis viene destinato solo il secondo piano dell'immobile, con la conseguente scelta di esporre permanentemente solo una parte della donazione, per un totale di circa 70/80 dipinti per volta, rispetto alle 171 opere della stessa collezione. Grandi perplessità suscita anche l'utilizzazione di tutto il primo piano di Palazzo Della Marra, quello più pregevole da un punto di vista artistico e architettonico, dove è prevista la realizzazione di un'area eventi». Quali?
Lo dice la relazione tecnica: «Eventi ad utilizzo intensivo e diversificato, non esclusivamente espositivo, ma anche per conferenze, concerti, seminari e cerimonie pubbliche e private», come «ricevimenti e cene che vi possono trovare un'ambientazione quanto mai suggestiva». Una mostra può far venire appetito: meglio mangiare sul posto, piuttosto che cercare un ristorante. «Coerenti con queste finalità - scrive l'Archeoclub - appaiono le planimetrie con l'individuazione di "un'area di preparazione catering" o con la localizzazione nelle sale prospicienti la loggia posteriore di tavoli tondi da 8 posti, che si associano più alle feste di matrimonio e decisamente meno ad un bene culturale così prezioso e pregiato quale Palazzo Della Marra».
Il Castello - Per il Castello svevo, invece, i problemi sarebbero altrove. Son destinati a «L'archeologia e il territorio» solo il torrione Santa Maria e una sala attigua «ignorando - è detto sempre nella nota - i precedenti progetti fatti redigere dalla stessa Amministrazione comunale e concordati con la Soprintendenza, che prevedevano l'allestimento del Museo archeologico in tutte le sale delle ali nord e ovest del Castello con il torrione San Vincenzo, articolato nelle tre sezioni "Preistorica", "Classica" e "Medievale". I limitatissimi spazi espositivi previsti sono insufficienti anche per il solo riallestimento dei materiali di pertinenza del Museo civico e non consentono affatto l'esposizione dei cospicui materiali archeologici provenienti dalla città e dal territorio comunale, di pertinenza della competente Soprintendenza, che resterebbero nei magazzini dove già da troppo tempo si trovano».
La mostra - Mentre tutto scorre, un appuntamento marzolino attende la vita culturale della città. L'Amministrazione Comunale sta finanziando, per un importo di 276.000 euro (Iva esclusa), una mostra proposta dalla Società Arthemisia sul tema «De Nittis e Tissot. Pittori della vita moderna». La rassegna sarà inaugurata l'11 marzo. «Questa iniziativa - rileva Doronzo - si sovrappone ai lavori di restauro tuttora in corso curati dalla Soprintendenza. Quindi costituisce un significativo impegno finanziario per una struttura espositiva temporanea, che si sovrappone, nei tempi e nei luoghi, ai lavori di allestimento in corso della "Collezione De Nittis". Questa iniziativa avrebbe potuto suggellare il completo recupero dell'immobile, e delle sue peculiarità artistiche e architettoniche, e l'allestimento definitivo della Donazione De Nittis».
A caccia di fondi - Così non è andata. La mostra si farà, sempre che il Comune abbia reperito tutti i fondi necessari, superando le difficoltà emerse in gennaio: dei 276mila euro previsti, sembra che il Comune sinora ne abbia trovati 100mila. Son solo «si dice», con poche certezze se non queste: nelle delibere che danno il via libera all'esposizione, qualcuno s'è dimenticato l'Iva, mentre è evidente che il Comune dovrà pagare anche le spese di pulizia e vigilanza. Il totale salirebbe a 350mila euro all'incirca, con buona pace della consulente museale del Comune, Emanuela Angiuli, che definisce, il 26 settembre scorso, il preventivo presentato da «Arthemisia», «individuato e congruo». Non potrebbe fare altrimenti, visto che la mostra - si legge nel sito di Arthemisia - è curata proprio dalla dottoressa Angiuli e da Katy Spurrel.
«Ripensarci» - In attesa di novità, l'Archeoclub non demorde. «Invitiamo l' amministrazione comunale e le Soprintendenze cui compete la tutela, la valorizzazione e la salvaguardia dei Beni Culturali, ad assumere tutti gli atti possibili ai fini di una più adeguata utilizzazione museografica del Castello svevo e del Palazzo Della Marra». In pratica: «Riorganizzare e ridurre gli spazi per mostre temporanee previsti in entrambi i contenitori culturali, concentrare gli spazi di accoglienza al piano terra di Palazzo Della Marra, dove esistono ambienti sufficienti anche per attività commerciali e divulgative, ridurre gli spazi utilizzati per esposizioni virtuali al Castello svevo a vantaggio di un incremento significativo delle sale destinate a Museo archeologico, come nei precedenti progetti di ordinamento dei reperti archeologici».
Ruggero Cristallo
Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 25/02/2006Clicca qui per visionare l'intervento completo dell'Archeoclub d'Italia a firma dell'ex assessore all'ambiente nella giunta Salerno, geom. Pietro Doronzo
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