"Le antefisse della Daunia". Con questo titolo, Anna Maria Russo ha brillantemente discusso la sua tesi di laurea in Archeologia e Storia dell'Arte romana (relatrice la Prof.ssa Daniela Liberatore, anno accademico 2010/2011, voto finale 110/110) a conclusione del Corso in Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Foggia.
Ne pubblichiamo l'esauriente abstract anticipando i futuri approfondimenti dedicati allo studio del materiale di scavo proveniente da Canne della Battaglia (Gervasio 1937-1939).
"Il presente lavoro mira a una raccolta esaustiva del patrimonio architettonico fittile - in particolare delle antefisse - proveniente dal territorio dell'antica Daunia. Finora lo stato dello studio sull'argomento rispondeva a criteri solo parziali di interesse, limitati perlopiù ai singoli contesti di provenienza; la catalogazione del materiale esposto nei musei, inoltre, era frammentaria e spesso riconducibile a studi datati.
Partendo dal riesame della bibliografia pregressa e dall'analisi diretta dei materiali nei diversi musei del territorio, si è cercato innanzitutto di dare sistematicità e unitarietà alla catalogazione, al fine di disporre di una base documentaria affidabile.
Dopo una prima introduzione di carattere metodologico, con l'esposizione delle motivazioni presenti alla base della scelta di questo argomento e degli obiettivi che ci si proponeva di raggiungere - fra cui il tentativo di dare una risposta al problema di fondo che permea ancora tutta la ricerca sulle antefisse fittili: la destinazione degli edifici cui erano destinate - si è presentata una breve, ma necessaria disamina storica e archeologica sulla civiltà degli antichi Dauni.
Si è proceduto quindi alla redazione di un catalogo, il più completo possibile, delle antefisse edite e di quelle presenti nei musei e nelle collezioni del territorio: Lucera, Tiati, San Severo, Herdonia, Foggia, Bovino, Venosa, Lavello (museo di Melfi).
I materiali sono risultati classificabili in due grandi gruppi:
il tipo cosiddetto etrusco-campano, proveniente cioè dall'area e da modelli della vicina Capua e in genere dalla Campania etruschizzata, che si diffonde per primo nella parte settentrionale del territorio, tramite i percorsi fluviali del Tammaro-Volturno e Fortore;
il tipo cosiddetto magno-greco, proveniente dall'area del metapontino e del tarantino, che si diffonde nella parte meridionale confinante con la Basilicata, tramite i percorsi fluviali del Bradano, Basento e Basentello, risalendo la zona del Melfese.
All'interno di questi due gruppi sono state poi distinte diverse tipologie a seconda della resa stilistica, della cronologia e delle aree di diffusione.
La tappa successiva è stata quella di analizzare i pochi contesti noti di ritrovamento, il che ha portato alla constatazione della difficoltà di risalire agli edifici di appartenenza, visto che i ritrovamenti, quando non sporadici, sono quasi sempre in strati di riempimento e, comunque, decontestualizzati.
Nell'ultima parte del lavoro si è cercato, infine, di trarre le conclusioni in merito alla pertinenza dei vari reperti ritrovati ad edifici certi e, soprattutto, si è cercato di formulare delle ipotesi riguardo alla destinazione degli edifici decorati e alla loro funzione.
La circostanza dei ritrovamenti di reperti anche nei pressi di scavi di abitazioni semplici, dimostra come le nuove tecniche costruttive con decorazione fittile si fossero diffuse in maniera generalizzata. Dapprima, infatti, queste tecniche, furono utilizzate dalle élites per le loro residenze e i loro edifici cultuali; commissionate dapprima a maestranze specialistiche straniere, diedero luogo nel tempo a risultati autonomi di artigianato locale che può, a pieno titolo, definirsi "daunio".
ANNA MARIA RUSSO
LE ANTEFISSE ESPOSTE NELL'ANTIQUARIUM DI CANNE DELLA BATTAGLIA: UNA VISITA VIRTUALE...
http://www.techvision.it/archeoguida/visitevirtuali/puglia/canne/canne2b.html
Nelle immagini del titolo, due delle antefisse ritrovate a Canne della Battaglia dal Prof. Michele Gervasio (scavi 1937-1939)