25/04/2012. IL 27 APRILE LA FESTIVITA’ LITURGICA DELLA TRASLAZIONE: SAN RUGGERO, DA CANNE A BARLETTA 736 ANNI DOPO… CORREVA L’ANNO 1276.. MA I LUOGHI-SIMBOLO DELLA SUA VITA SONO IN DEGRADO: IL SEPOLCRO NELLA CITTADELLA E LA FONTANA MEDIEVALE A RISCHIO DI CROLLO.
Sono trascorsi 736 anni dalla traslazione delle ossa di San Ruggero da Canne, sua sede vescovile, a Barletta, che oggi lo venera come Patrono. Accadde nel 1276.
Ce lo ricordano le iniziative organizzate a ricordo di eventi antichi che solo nel 1874 papa Pio IX riconobbe con l’approvazione del calendario diocesano ufficiale, fissandone la celebrazione liturgica in sua memoria nel giorno 27 aprile, di particolare significato per la chiesa locale.
San Ruggero, destino beffardo. A Barletta, nel giorno della festa, lo si venera in processione. A Canne, sulla cittadella, i luoghi che ne videro il ministero pastorale di vescovo che "andava scalzo con lo pede nudo per quelle campegne cercanno le limosine per li poveri" sono in abbandono e rischiano di degradarsi sempre peggio.
I crolli, da noi denunciati sull'onda emotiva dello sdegno nazionale per Pompei, hanno colpito una parte del muraglione medievale, quello restaurato nel 1998, mentre l'originale regge magnificamente: ironia dei fondi spesi male!
E' caduta a pezzi tutta marcita la piattaforma di legno che portava alla basilica del santo, addirittura la stessa pietra della tomba di Ruggero è tuttora spaccata da mano vandalica.
Arrivarci è un'impresa, con le erbacce che nessuno taglia più da tempo immemorabile.
E poi, la Fontana di San Ruggero, sull'altro versante, prima imbrattata ed offesa dalla vernice spray che nessuno ha potuto (o voluto?) rimuovere nonostante la mobilitazione del Comitato, degli studenti del Casardi (con la loro brillante ricerca premiata dalla Regione Puglia) e delle associazioni... Ma che ora rischia davvero di rovinare da un momento all’altro in un crollo che trascinerebbe con sé la reputazione intera dei barlettani: allarmano le gravissime lesioni alla copertura di epoca seicentesca, preoccupano i distacchi della pietra su cui si regge una struttura che il permanente abbandono ed il colpevole disinteresse minacciano nonostante ogni promessa mai mantenuta.
Questa è la Canne dove appare ormai sbiadita la figura di Ruggero il Vescovo che pure ne fu paladino contro i potenti del suo tempo.
Un panorama davvero desolante, in stridente contrasto con l'austera solennità di un Santo che è davvero immagine stessa dell'essere "provinciale": vescovo di Canne, nativo di Torre Petra vicino all'attuale Margherita di Savoia, elevato a protettore di Barletta e patrono dell'Arcidiocesi di Trani-Nazareth.
A Canne quei luoghi così tanto mal ridotti sono un pugno nello stomaco. Barletta non può essere fiera di come l'incuria degli uomini abbia lasciato cadere in rovina eminenti tracce di un passato non solo archeologico, ma segnale stesso di una fede profondamente radicata e “nostra”.
Ecco perché il nostro Comitato rilancia l'appello di sempre: per rinsaldare i legami fra Barletta e Canne della Battaglia, sul territorio, nella memoria del Santo Vescovo Ruggero, progettando tutti insieme un ciclo ininterrotto, stabile e permanente di attività storiche, culturali, turistiche, di salvaguardia del paesaggio e della natura intorno al Parco dell'Ofanto, di recupero della sentieristica, attività che rilancino il suo messaggio che sia di esempio, dalla città al Santuario della Boccuta.
Nino Vinella
Nella foto di Antonio Pignatelli, lo scempio alla Fontana di San Ruggiero
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