E' di Barletta: Pietro Paolo Mennea, classe 1952 per l'esattezza.
Il campione ne compie oggi sessanta giusto nell'anno delle Olimpiadi di Londra, e noi tutti cerchiamo di fargli festa, noi suoi concittadini all'anagrafe, tirando fuori dall'armadio dei ricordi quei momenti che nell'arco di questo tempo ci hanno tenuti uniti alla sua fama di "barlettano più famoso nel mondo".
Di cosa fargli omaggio, allora, di così curioso e di così originale rispetto ad altri regali solo di circostanza? Cosa regalare a Mennea che corre sui sessanta?...
Anch'io, a modo mio, desidero regalare un dono a Pierino. Ecco allora che dal mio album saltano fuori altre voci: di Cosimino Puttilli, il marciatore, di papà Salvatore Mennea, persona modestissima quanto nobile, di sua sorella Angela e di suo fratello Vincenzo, e del più grande Luigi, della mamma (che cara signora), il professor Ruggiero Lattanzio dell'Avis, e di tante altre persone che a vario titolo hanno costellato la galassia barlettana della stella di Mennea olimpionico.
Fra tantissime luci e pochissime ombre. In questo album di memorie dell'altro ieri, la Gazzetta: ero corrispondente sportivo quando Mennea ruggiva dovunque nel mondo, e dopo ogni grande vittoria a chiamarti era la redazione.
"Nino, corri": a fare l'intervista al sindaco Michele Frezza, a salire le scale della casa dove abitava Pierino prima in via Pier delle Vigne e poi in via degli Orti, a dettare con qualche appunto ma spesso a braccio al telefono un intero pezzo che apriva la pagina sportiva nazionale...
Giornalisticamente, sono cresciuto anch'io di corsa nella scia di Mennea, quando scrivere di lui come persona e come personaggio era fare centro sempre. C'era un perché: ci conoscevamo da tempo, dall'istituto Cassandro, dov'è cominciata la sua storia ed in parte anche la mia, dove vorrei centrare anch'io questo articolo parlando di quella stessa persona che ci faceva lezioni di ginnastica, il professore Alberto Autorino, un elegante signore d'altri tempi.
Era l'82, e Pietro aveva giusto trent'anni, quando il professore si spense: e Pierino, che da lui aveva ricevuto tutto, si commosse come se gli fosse venuto a mancare un parente stretto, uno di famiglia. Pianse. Ma seppe reagire alla grande, come solo uno sportivo (nato a vissuto a Barletta) poteva fare.
Allora, me lo ricordo bene e ve lo voglio raccontare trent'anni dopo, fece una cosa che mai più Pietro Mennea ha ripetuto in tutta la sua vita ed in tutta intera la sua carriera: s'inventò un "memorial" di atletica leggera al nuovo stadio comunale di via Vittorio Veneto, sulla nuova pista, una manifestazione di atletica tutta dedicata ad Alberto Autorino, uomo integerrimo di sport e di scuola, suo scopritore e maestro di atletica e di vita vera.
Cosa legava profondamente Mennea ad Autorino era il valore dello sport allo stato puro: tenacia, allenamento, sacrificio, accettazione dell'amaro per il dolce che immancabilmente sarebbe venuto dopo se davvero lavoravi sodo e non ti negavi dalla lotta.
"Lavora che sarai premiato" il suo motto di sempre. Io credo che Pietro Paolo Mennea debba molta parte del suo carattere ad Alberto Autorino, al suo insegnamento come uomo e come preparatore atletico. Passione pura ed ostinazione.
Onestà e dignità. Il tutto qui a Barletta, sempre e soltanto qui, nella città. La mia e di Pietro. La nostra.
Auguri di buon compleanno, Pietro, e cento ancora di questi giorni: perché ti aspettiamo tutti!
Di corsa.
Nino Vinella
DALL'ARCHIVIO NEWS...
30/03/2012. PIETRO MENNEA - LA CORSA NON FINISCE MAI: DAI CAMPIONATI STUDENTESCHI DEL CASSANDRO ALLE OLIMPIADI, DA BARLETTA ALLA FAMA MONDIALE. IN UN LIBRO TUTTA LA STORIA.
http://www.comitatoprocanne.com/newsDett.asp?news=8542
