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CANNE DELLA BATTAGLIA:
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

11/07/2012.  CANNE DELLA BATTAGLIA - MENO 22 GIORNI AL 2 AGOSTO: E' INIZIATO IL CONTO ALLA ROVESCIA PER IL 2228° ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA. PROSEGUIAMO NEL VIAGGIO SUI LUOGHI DI ANNIBALE NEL MEDITERRANEO.... .

MENO 22 GIORNI AL 2 AGOSTO...


Prosegue ininterrotto il "conto alla rovescia" della nostra speciale macchina del tempo per giovedì 2 agosto, 2228° anniversario della Battaglia di Canne del 216 avanti Cristo, quando Annibale ed il suo esercito affrontarono nella piana dell'Ofanto e sconfissero le otto legioni comandate dai consoli Lucio Emilio Paolo e Terenzio Varrone, che Roma gli aveva mandato contro per sbarrargli il passo dopo le vittorie, altrettanto micidiali, al Ticino, alla Trebbia ed al Trasimeno.


Ci accompagna in questo viaggio dal passato il racconto di Paolo Rumiz, autore del bellissimo libro "Annibale, un viaggio" (Feltrinelli editore) pubblicato a consuntivo di una serie di fortunati réportages pubblicati da Repubblica nel 2007, e che ringraziamo per questa opportunità di maggiore divulgazione culturale in rete, attraverso il Mediterraneo come ai tempi delle Guerre Puniche.


Il Comitato, nel corso di un'affollata bellissima serata culturale patrocinata dal Comune di Barletta, ha ospitato il noto giornalista ed inviato, nonché scrittore, a Palazzo Della Marra il 29 settembre del 2008.


Di recente, a Parigi è stata presentata la versione in francese dellā??opera col titolo ā??Lā??hombre dā??Hannibalā?.


Questa é la nona puntata...


IL RITORNO DI ANNIBALE (9/27)


La strada che è la chiave delle vittorie di Roma. Costruita alla fine della seconda guerra punica: il condottiero fa ancora paura. La forza della via Emilia linea di frontiera lastricata


dal nostro inviato PAOLO RUMIZ


PIACENZA, pilastro d'inizio della via Emilia. Intorno, zanzare e la Padania intera che crepita di temporali erranti. Sono fermo come un ramarro tra i camion, in asse sul rettilineo che dovrà spararmi come una palla di fucile in direzione di Bologna-Rimini. Non un ramarro: peggio, una mosca in una ragnatela. Dopo duemila chilometri clandestini da Cartagena, improvvisamente sento che l'ordine romano mi cattura e mi paralizza. Se Roma aveva un marchio, era la sua allergia alle foreste, terreno d'elezione delle imboscate, e questa paura nei secoli ha generato un'ansia quasi patologica di ordine territoriale. Roma dunque è, a pieno titolo, la via Emilia; questo stradone fiancheggiato per quasi trecento chilometri da campi ossessivamente rettangolari, quelli che Roma usava dare in premio ai centurioni in pensione. Lo è quasi più delle arene della Provenza, o dei giganteschi acquedotti spagnoli che ho incontrato sul mio cammino. Leggo la data di costruzione: 186 avanti Cristo. La seconda guerra punica è appena finita, lo choc dell'invasione è ancora diffuso, la Penisola sfiancata da quindici anni di battaglie, scorrerie e reclutamenti; ma soprattutto Annibale è ancora vivo, circola nel Mediterraneo alla ricerca di alleati contro Roma. La via Emilia fu fatta in questo clima. Forse fu addirittura generata da questo clima.


LEGGI TUTTO...


http://www.repubblica.it/2007/08/speciale/altri/2007annibale/annibale-9/annibale-9.html


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