Frammenti di storia da salvare.
Monsignor Pino Paolillo chiede maggiore attenzione per le recenti scoperte archeologiche, alcune davvero a rischio.Archeologia urbana nel centro storico: le nuove scoperte intorno all'abside della Cattedrale stanno restituendo frammenti di storia come tessere finora mancanti di un puzzle destinato non solo a suscitare ancora molte sorprese ma anche a stimolare il grande dibattito sui nostri beni culturali, sulla loro funzione per tutti di "memoria storica" a cielo aperto, sul loro intrinseco valore anche in rapporto alle ansie di sviluppo turistico registrabili proprio a Barletta definita (ma finora solo per decreto regionale) una "città d'arte".
I fatti. E' stato completamento riportato alla luce l'antico ciottolato rinvenuto durante i lavori di risistemazione appaltati a completamento di opere già avviate l'anno scorso. Dalla recinzione del cantiere, tuttora in funzione, anche l'occasionale passante può chiaramente distinguere un ampio fazzoletto di pietre disposte secondo la tecnica dell'epoca, ora leggibile ad occhio nudo come ultimo raro esempio di quelle tecniche vecchie di secoli ma capaci ancora oggi di incantare e di competere per funzionalità e bellezza con le opere di appena due anni fa realizzate a pochi metri! Fate voi stessi il paragone...
Su questi riscontri ed a seguito di una sommaria ispezione da parte della Soprintendenza archeologica, mons. Pino Paolillo, arciprete della Cattedrale, lancia il suo sos, cioé proteggere oggi questo antico selciato dal rischio di una singolare "cancellazione" dettata per motivi più pratici rispetto all'archeologia: «E' stata convocata questo prossimo venerdì una conferenza di servizio a Bari in Soprintendenza sui provvedimenti più opportuni in merito ai ritrovamenti. Infatti, è riemersa l'area cimiteriale esterna alla Cattedrale, sviluppantesi verso il castello dal varco pedonale sotto il campanile. Una grande camera mortuaria sotterranea larga una dozzina di metri quadrati con la volta ad arco, contenente resti mortali, più un'altra vicina ma più piccola che è stata richiusa. Sono ambienti che hanno finora eroicamente resistito anche al parcheggio dei camion pesanti quando ne veniva consentito l'accesso e la sosta, ma che possono collassare e rovinare da un momento all'altro».
Il nostro socio fondatore e ricercatore storico Giuseppe Doronzo aveva avanzato tale ipotesi intervenendo su queste colonne in relazione all'articolo pubblicato a mia firma l'8 febbraio: una volta a botte, costruita in tufo, che sicuramente copre il locale sottostante anticamente adibito alla tumulazione dei morti e documentato da due contratti stipulati uno nel 1832 e l'altro nel 1839, i quali denominano quella piazzuola «Largo Cimitero».
Ma c'è di più, come ci viene ancora riferito da mons. Paolillo sui finanziamenti zero per scongiurare il rischio della chiusura forse definitiva: «Immediatamente sotto l'altorilievo della Madonna in preghiera sotto il campanile, gli scavi hanno permesso di scoprire un vano sepoltura di tipo medievale, analogo alle tombe rinvenute nell'area archeologica di via Vitrani, caratteristiche perché la salma veniva deposta su chianche di pietra in attesa che il tempo facesse il suo corso, degradandola. Abbiamo visto anche lì tante ossa ed un solo teschio. Questo vano è stato ricavato lungo la parete esterna della cattedrale, dove in parallelo a distanza di circa mezzo metro è affiorato anche un muro notevole che gli esperti della Soprintendenza potrebbero attribuire ad epoca alto-medioevale come forse appartenente alla primitiva basilica».
Non è dato sapere se e cosa di tutti questi ultimi ritrovamenti resterà fruibile per la cittadinanza: sono sotto assedio in quest'area proprio perché molto vissuta e frequentata da primavera ad autunno inoltrato, dagli abitanti del quartiere come dai clienti dei pubblici esercizi. Tutti a vario titolo preoccupati dalla piega che potrebbero prendere i lavori se dovessero non finire mai o concludersi nel modo sbagliato e meno corrispondente alle aspettative più o meno condivise.
L'impresa sta ricollocando una dopo l'altra le vecchie basole prima rimosse ed accatastate, nel pieno rispetto dei tempi assegnati per contratto, ma è la parte più strettamente archeologica a restare attardata in attesa (chissà) di eventuali altri nuovi finanziamenti per conservazione, tutela e salvaguardia di quanto riemerso dagli scavi: ricoprire (magari sospirandoci su) e dimenticare oppure rendere fruibile cioé valorizzare?
Questo l'eterno dilemma che continua ad accompagnare il secolare destino della Cattedrale, tempio di culto ma anche simbolo della nostra vera cultura.
Nino Vinella
Presidente Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia
Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 16/03/2006