Dopo il maltempo degli ultimi giorni, ancora danni al patrimonio culturale: e il muro diroccato nel 2003 resta ancora così…Anche la cittadella archeologica di Canne della Battaglia ha subito gravi danni dal maltempo di questi ultimi giorni. Una voragine del diametro di circa sei metri, e altrettanto profonda, si è aperta in prossimità del muro diroccato lungo la “passeggiata” panoramica esterna che costituisce una delle più belle attrattive turistiche per la visita all’intero complesso.
In attesa dei necessari controlli sulla staticità del camminamento e soprattutto della soprastante area cosiddetta “delle basiliche” per la presenza dei resti di chiese e luoghi di culto nell’antico abitato (compreso il sarcofago attribuito al santo vescovo di Canne e patrono di Barletta, Ruggiero, di cui ricorrerà nel prossimo mese il 730° anniversario della traslazione da quel lontano 27 aprile 1276), resta forte la preoccupazione per il più generale stato di salute della celebre collina e dintorni.
“E’ un delitto abbassare la guardia proprio adesso, dopo che abbiamo lanciato un sos generale dalla storica fontana di San Ruggiero, tuttora abbandonata a sporcizia e degrado, a quest’altro brutto episodio che chiama direttamente in causa le ipotesi sul dissesto idrogeologico della cittadella” denuncia Nino Vinella, presidente del Comitato italiano pro Canne della Battaglia. Che aggiunge: “I rovesci temporaleschi devono aver completamente imbevuto il terreno, provocando uno smottamento franoso sul quale s’impongono da subito tutta una serie di verifiche per impedire il peggio. Vanno bene le opere di consolidamento murario, come quelle previste dal progetto per un milione di euro già approvato dalla precedente amministrazione che ancora stenta a decollare, ma non bisogna dimenticare la necessità di mettere a dimora sul costone collinare un tipo di vegetazione che metta radici e quindi aumenti il grado di sicurezza, oggi evidentemente compromesso”.
Il muro diroccato risale invece a maggio 2003: fu realizzato appena quattro anni prima, nel 1999, con fondi europei del Por più una parte di stanziamenti del Comune, a completamento delle mura ciclopiche risalenti al medioevo. Ma mentre queste continuano a resistere, la parte di muro più moderna è rotolata giù, con tutto il terrapieno nel quale nessuno deve aver progetto canali di scolo per le acque piovane come avveniva proprio all’epoca di San Ruggiero, quando Canne era sede vescovile, cittadina fiorente per i commerci (forse porto o “caricaturo” di Canosa con l’Ofanto navigabile) nonché per il grado di civiltà dei suoi abitanti, come appunto dimostrano le condutture fognarie e pluviali riportate alla luce negli scavi più recenti.
Fonte:
La Gazzetta del Nord Barese 22/03/2006