17/02/2013. LETTERA APERTA (DA PADOVA) DI GIUSEPPE DE NITTIS AGLI ELETTORI BARLETTANI: IO CANDIDATO SINDACO? NESSUN VOTO DI SCAMBIO, LAVORO VERO AI GIOVANI DAI MIEI QUADRI MAI PIU' IN PRESTITO... E LUNEDI' 25 FEBBRAIO IL MIO COMPLEANNO IN TRASFERTA, MANNAGGIA!.
LETTERA APERTA DI GIUSEPPE DE NITTIS AGLI ELETTORI BARLETTANI
Padova, febbraio 2013
Salve concittadini Barlettani. Sono Giuseppe De Nittis… Peppino! In missione fino al 26 maggio, con trasferta pagata da chi mi ospita a Palazzo Zabarella e dai tantissimi italiani e stranieri in visita alla mia mostra che dura fino a maggio: sono stati ottomila nei primi sette giorni, tutti in fila per vedermi, anche al botteghino…
Di internet e facebook me ne intendo poco: Vi scrivo da qui per far sapere in città, tramite il gentile amico Nino Vinella al quale mi sto rivolgendo nella circostanza, dicendo grazie anche alla Gazzetta, che difficilmente potrò dunque farmi vivo a Barletta per votare alle elezioni politiche di sabato e domenica. Difficilmente da qui mi farebbero allontanare, vista la situazione…
Dispiaciuto? Ma neanche per sogno. A Parigi nel 2010 andò diversamente, la trasferta strapagata (e codazzi al seguito) si consumò sotto ben altri cieli. E così fui restituito a Palazzo Della Marra giusto in tempo…
Anche qui a Padova, poveri Voi, hanno prestato il meglio di me stesso, artisticamente parlando. Comunque, sono avvilito perché dovrò, ahimé, spegnere le candeline lontano dalla mia casa natale di corso Vittorio Emanuele a Barletta! Lo dovrò festeggiare da emigrante qui a Padova il mio compleanno, lunedì 25 febbraio, giornata di votazioni elettorali degli italiani dovunque ma non per me... Quando la gente ha altro per la testa, e chissà se voi a Barletta ve lo ricorderete di regalarmi magari almeno solo un pensierino… a distanza! Quindi non potrò votare per nessuno alle politiche.
Ma a fine maggio, perdinci, sicuro che voterò al Comune: sarò già bello che tornato da Padova, da dove qualcuno mi avrà… restituito da una settimana (fine mostra) alla mia città di origine. Restituito, oggi parola di gran moda: “restituzione”, rimborso, il dare indietro insomma.
Lo sa bene la mia segretaria Manuela che, come dite Voi con una strana espressione tutta tecnica, “mi copre il call center”, bah!, in questo periodo di lontananza da Barletta. Ma lo sanno altrettanto bene tutti quelli che, bontà loro, mi hanno di recente voluto già candidato alle primarie della Cultura barlettana. In gara c’ero io ed altri illustri concorrenti.
C’era Annibale: ma con l’antiquarium di Canne lasciato a metà senza finanziamenti regionali dalla vecchia giunta, per lui la vedo piuttosto dura… C’era Fieramosca: ma con la Disfida e quelle associazioni lasciate senza soldi, capirete che figura… C’era Federico II di Svevia: ma con tutto quel business lì a Castel del Monte ad Andria, nemmeno lui se la passa tanto bene…
Così stando le cose, vuol dire che mi sacrificherò in prima persona: e magari qualcuno vorrà direttamente candidarmi a sindaco. Diranno di Peppino De Nittis candidato sindaco per convincermi e convincere gli elettori: è uomo d’arte e di cultura, lo conoscono in mezzo mondo, sa farsi capire in almeno un paio di lingue (a parte il barlettano), piace alle donne, frequenta l’ambiente dei signori ma sa muoversi bene anche nei quartieri popolari. Che volete di più da un sindaco?
Ci penserò su, magari. Ma niente voto di scambio, cari i miei Barlettani: quando sarò tornato da Padova ne riparleremo seriamente e pubblicamente.
Una promessa solenne da subito: mi fermo qui, esattamente come voleva mia moglie Titine. Resterò a casa rinunciando a qualsiasi offerta “di lavoro” da fuori.
Resterò a Barletta per lavorarci io per primo e per far lavorare tantissimi altri concittadini, soprattutto i più giovani. Basta a fare l’emigrante, anche se di lusso. Voglio essere Peppino De Nittis il Barlettano, coi Barlettani. A Barletta!
Affettuosamente Vostro…
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