www.comitatoprocanne.com

Meteo Puglia










CANNE DELLA BATTAGLIA:
RIPULIAMO DALLO SCEMPIO LA FONTANA DI SAN RUGGIERO
Vai al sito


Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

15/04/2013.  CANNE DELLA BATTAGLIA – TESTIMONIANZE STORICHE IN PERICOLO: TRE ANNI DOPO ANCORA A RISCHIO DI CROLLO GLI ANTICHI “PILIERI” DELLA BOCCUTA, ULTIMI ESEMPI DELLA CIVILTA’ CONTADINA AI CONFINI DEL PARCO (MAI NATO) DELL’OFANTO. MA FORSE LI SALVERA’ LA BARSA..

Sempre a rischio di crollo gli antichi “pilieri” all’ingresso della strada che immette nella “Boccuta”, la tenuta padronale appartenuta alla nobile famiglia De Leone Pandolfelli, a Canne della Battaglia.

In “Ditelo alla Gazzetta” del 30 maggio 2010 lo denunciavamo raccontandone la storia. Tre anni dopo, resistendo per tutto questo tempo forse grazie ad un... miracolo del Santo Vescovo Ruggero, il Comune ha promesso di salvarli da una morte preannunciata e da uno scandalo vergognoso.

Controlleremo e staremo a vedere nei prossimi giorni se l’impegno assunto dall’ufficio manutenzioni, a seguito di ulteriore esposto con recentissimo sopralluogo del nucleo tutela della Polizia municipale sortirà i suoi effetti, imponendo alla Barsa di mettere definitivamente in sicurezza i manufatti che ricadono in suolo di proprietà comunale.

Il tutto alla vigilia dell’imminente festività liturgica della traslazione delle ossa di San Ruggero da Canne a Barletta, quando correva l’anno 1276 nel giorno 27 di aprile. Ma anche nel mutato circostante scenario, dove agli oliveti si vanno via via sostituendo vigneti sempre più estesi nell’area deperimetrata rispetto ai confini del (mai nato veramente) Parco regionale del fiume Ofanto

Dunque, i pilieri: con la loro caratteristica forma evocatrice di un più glorioso passato, sono uno degli ultimi esempi (ancora visibili, ma fino a quando?) della civiltà contadina organizzatasi in successive epoche storiche nell’area ofantina per abitare il territorio vocato tradizionalmente all’agricoltura.

Limite di confine e termine estremo di una proprietà ben “guardata a vista” lungo tutto intero il proprio perimetro, i "pilieri" erano le vere porte di accesso alla estesa proprietà fondiaria di un ramo della casata De Leone, ormai estintosi a Barletta, dove in corso Cavour si affaccia l’omonimo palazzo gentilizio con stupenda scalinata a spirale e interni ottocenteschi mozzafiato con le volte tutte elegantemente affrescate. Nel cimitero monumentale l'imponente cappella di famiglia, in forma di antico tempio greco con maestoso colonnato: fino ad alcuni fa, una coppia di leoni accovacciati (simbolo della famiglia), oggetto di un doppio trafugamento ad opera di ladri di opere d'arte.

In località Boccuta, la famiglia De Leone possedeva dunque una proprietà abbastanza cospicua e geograficamente ben posizionata nell'agro cannense, proprietà oggi ormai facente capo a diversi titolari subentrati nei successivi passaggi amministrativi, e divenuta un articolato complesso residenziale di villette intorno all’ex masseria, un fabbricato di epoca seicentesca censito più volte nella cartografia del sistema di edilizia rurale. Come nel bel libro “Le masserie del territorio di Canne”, a cura di Antonietta Magliocca, pubblicato in proprio dall’istituto tecnico statale per geometri “Pier Luigi Nervi”, settembre 1994.

I “pilieri” (o pilastri) segnavano di fatto e di diritto il varco di passaggio dall’esterno all’interno di un borgo contadino e rurale mantenuto pressoché integro fino gli Anni Novanta, gestito come azienda agricola dai vecchi proprietari e dove hanno trovato sede nei magazzini di servizio all’ex casa padronale anche originali attività connesse all’apicoltura, con numerosi alveari per la produzione di miele ed altri derivati che però sono stati smantellati per fare posto a sostanziali modifiche edilizie a scopo abitativo-residenziale.

Negli Anni Sessanta, il lascito alla Diocesi da parte di “don” Pierino De Leone, l’ultimo discendente così conosciuto col soprannome tipico alla maniera spagnolesca di omaggiare i signori proprietari di una volta, per la costruzione di una nuova chiesa eretta solo parzialmente rispetto all’originario progetto e destinata oggi alla parrocchia-santuario dedicata a San Ruggero, vescovo di Canne. Un complesso religioso raccolto nel verde e ribattezzato “centro di accoglienza spirituale”, retto prima da padre Virgilio Facecchia (l’integerrimo padre cistercense di cui ricorre il trigesimo proprio in questi giorni, acerrimo nemico dei Testimoni di Geova e pioniere di una religione votata all’estremo sacrificio tanto da celebrare messa tutto da solo, senza fedeli…) per un paio d'anno dal 2007 al 2009 da mons. Angelo Dipasquale quale curatore delle nuove opere di ampliamento (finanziate con una misura del POR Regione Puglia) ed oggi dal canonico don Francesco Fruscio, con una particolare attenzione specie per i ritiri spirituali, a diretto contatto della natura e nel silenzio di questi luoghi, che si é di recente messo in vetrina ospitando i festeggiamenti per il 734° anniversario della traslazione del corpo del Santo: nella particolarissima (e davvero storica) circostanza il busto argenteo è stato fatto giungere appositamente dalla clausura del convento di via Cialdini, a Barletta.

Ed è stato proprio durante i festeggiamenti del 2010, con centinaia di pellegrini a raggiungere il santuario in macchina e relativo parcheggio, che numerosi automobilisti, facendo manovra intorno ai “pilieri” nella carreggiata fra l’uno e l’altro dei pilastri, si sono accorti (con evidente rammarico mista ad un po’ di paura) del cattivo stato in cui si trovano questi antichi manufatti realizzati con corpo in pietra di tufo e rivestimenti ad intonaco lavorato su basamento in pietra, oggi trasformati da limite del confine padronale a… spartitraffico automobilistico su di una strada di campagna ancora sterrata in direzione del santuario (dovrebbe essere migliorata ed asfaltata dal Comune).

Segnalazioni pervenute al nostro Comitato, che aveva già documentato, come appunto i “pilieri” hanno subito, non si sa quando e per colpa di chi (forse camion di grosse dimensioni), una parziale rotazione con slittamento perpendicolare intorno al baricentro costruttivo: potrebbe anche bastare un impercettibile, involontario, ulteriore “scossone” per mandarli completamente fuori asse, facendoli rovinare al suolo con eventuali danni pure alle persone. Prima che sparisca anche quest’ultimo pezzo della nostra storia.

Nino Vinella, Presidente Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia


Leggi l'articolo su LA GAZZETTA DEL NORD BARESE di MARTEDI' 16 APRILE 2013....

Leggi l'articolo su LA GAZZETTA DEL NORD BARESE del 30 maggio 2010....


 

Stampa l'articolo

 
© Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia. Sede e Presidenza: Via Rizzitelli 62 - 70051 Barletta BT ITALY
Tel: (+39) 0883 532180 - Email: comitatoprocanne@oggiweb.com. Credits: OggiWeb www.oggiweb.com