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18/04/2006.  CANNE DELLA BATTAGLIA - Le antiche terme fra le erbacce.

Un intervento provocatorio del presidente del Comitato per il famoso sito storico.

Coperti da rifiuti e terriccio importanti ritrovamenti archeologici



Settimana della Cultura, Pasqua e Pasquetta. Lanciamo l'idea: con le altre bellezze dell'area archeologica, ci sono da vedere le antiche terme romane fra gli ulivi di Canne della Battaglia ai piedi della collina di San Mercurio. Un bel biglietto d'invito. Ma non avevamo fatto i conti con quegli scavi (costati denaro pubblico di provenienza comunale dal bilancio 2001) completamente ricoperti da erbacce ed altri rifiuti, compreso il terriccio di riporto che la mano (pietosa) della Soprintendenza ci ha steso su per coprire i teloni di plastica destinati a "difendere" gli importanti ritrovamenti appena un anno fa decantati in affollate conferenze e visite guidate!

Di cosa stiamo parlando esattamente, signori? Lo leggiamo dal testo ufficiale stampato e diffuso in un coloratissimo ma già introvabile dépliant bilingue italiano ed inglese: «In prossimità della stazione ferroviaria di Canne della Battaglia è conservata un'ampia cisterna quadrangolare con rivestimento in laterizio collegata ad una vasca e ad un ampio sistema idrico. La struttura, scavata dal prof. Michele Gervasio nella prima campagna di scavo sulle colline cannensi alla fine degli ani Trenta del secolo scorso, vene identificata come sepolcro monumentale di età romana e inserita nei circuiti turistici del territorio cannense come monumento alla memoria del console romano Paolo Emilio, caduto sul campo di battaglia nel 216 avanti Cristo. In realtà soltanto ora, a seguito di recentissime indagini, è possibile una lettura più corretta della funzione dell'impianto. E' stata, infatti, avviata da parte della Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, una campagna di scavo sulla collina che ha interessato un impianto termale relativo al settore del calidarium con ipocausti e prefurni per il riscaldamento». «Le strutture pavimentali - si sottolinea ancora nel dépliant - sono a mosaico con tassellato in bianco e nero. L'edificio, probabilmente parte del complesso residenziale di una villa di notevole pregio, si data ai primi secoli dell'età imperiale. In epoca tardoantica gli ambienti furono ristrutturati e vi si impiantò un sepolcreto. In età bizantino-normanna, sulla collina fu costruito un piccolo monastero retto da una badessa».

Un sito bellissimo ed affascinante, dunque, capace di raccontare quel pezzo di storia tuttora mancante su Canne della Battaglia in epoca romana post-annibalica, immerso nel verde di uliveti e vigneti freschi freschi di esproprio del Comune pagato con parte dei soldi del famoso finanziamento da un milione di euro girato dalla Regione a Barletta, tuttora in attesa che venga bandita la gara di appalto su scala europea ma che nel frattempo rischia di fare la stessa identica fine dell'altro fondo in località Antenisi, con accesso dalla provinciale 142 dietro i Sepolcreti, che il Comune acquistò e recintò nel 1983 (con tombe a grotticella del III-IV secolo avanti Cristo) per poi abbandonarlo anch'esso ad erbacce e rifiuti vari.

Amici miei, non disperiamoci! Anzi, proprio per queste ragioni vi rinnoviamo ancora più caldamente l'invito di venire in treno a Canne della Battaglia perché quelle terme sono lì a due passi. Sarà una visita davvero ?istruttiva?, fosse solo per considerare come vanno le cose nei beni culturali e su cospicue risorse finanziarie ad essi destinate, specie poi quando questi soldi pubblici ancora ci arrivano in tempi di tagli alla Cultura. Vi aiutiamo con le due fotografie di corredo a questo articolo, la prima del 2004 con gli scavi eseguiti e poi ricoperti (che purtroppo non vedrete ma dovrete limitarvi ad immaginare), come mostra la seconda immagine scattata pochi giorni fa dalla stessa angolazione con tanto di erbacce a gogò.

Nino Vinella

Presidente Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia



Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 15/04/2006


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