Recuperata dopo oltre un anno dalla sua scoperta in fondo al mare.

Adesso sarà finalmente possibile fare una valutazione precisa anche sulla datazione.

Si tratta di un'ancora, di enormi dimensioni, appartenuta molto probabilmente a una nave veneziana risalente ad un'epoca che va dal XV al XVIII secolo, periodo delle repubbliche marinare, imbarcazione che faceva la spola tra la Serenissima e i porti dell'Oriente.

Una cosiddetta galera da mercanzia, poi affondata forse dai pirati dell'impero ottomano, che era in navigazione per le acque di Trani, città dove nel 1063 furono pubblicati gli Statuti marittimi, tuttora considerati i più antichi codici della navigazione.

A detta degli esperti è un'ancora cosiddetta "a due marre", i due bracci ad uncino per fare presa sul fondo, un lungo fuso e la cicala, il buco da dove veniva fatta passare la fune.

Le operazioni di recupero si sono svolte a 3 miglia dalla costa, ad una profondità di 14 metri, in una zona che il magistrato della procura di Trani Antonio Savasta aveva fatto interdire.

Una volta restaurata, promettono i sub che l'hanno scoperta, potrà diventare un monumento, alla città e ai suoi antichi fasti marinari, in passato tra i porti più importanti dell'Adriatico e del Mediterraneo.

Gli "ordinamenta maris", il più antico codice della navigazione della terra, nacquero proprio qui nel lontano 1063

di GIOVANNI DI BENEDETTO

Fonte: La Repubblica Bari.it

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