11/11/2013. BENI CULTURALI E TURISMO - LA RIFORMA DEL MINISTERO DOPO IL CODICE URBANI.
Quando il Governo Moro/La Malfa con decretazione d'urgenza fece nascere, quasi quaranta anni orsono, un dicastero deputato alla cura e gestione delle Antichità e Belle Arti, delle Biblioteche pubbliche statali e degli Archivi di Stato, sotto la guida di Giovanni Spadolini, raccogliendo un lungo percorso di confronto, ai numerosi interventi di autorevoli uomini di cultura e soprattutto alle conclusioni dei lavori della Commissione di studio, voluta dal Parlamento Nazionale, nota agli addetti come "Commissione Franceschini", pensava a un ministero di servizio dove lo stesso nome lo confermava, "Ministero PER i Beni Culturali e Ambientali", dove la preposizione PER e non DEI ci dava già una chiara chiave di lettura. Sottolineare questo aspetto, apparentemente sottile e cavilloso, ci fa quasi inevitabilmente ascrivere alla schiera dei sofisti, dove ogni sottolineatura quale quella sopra ricordata appare ai più sì logica ma, nella sostanza fallace se non inutile. Ma è così oppure occorre scorrere i quasi quaranta anni trascorsi dal 1974/1975, per verificare sul campo la questione.
Fonte: Quotidiano Arte Bemi Culturali
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